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Data: 02/10/2017 -

Barcellona, Bartomeu: "Difenderemo la libertà, pretendiamo rispetto per la popolazione catalana"

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Giornata storica quella vissuta ieri a Barcellona. Con il referendum sull'indipendenza la voglia di giocare a calcio era poca. Era invece forte la volontà di manifestare il proprio dissenso per quello che stava succedendo. Per questo il Barcellona ha deciso di chiudere le porte del Camp Nou e giocare la gara con il Las Palmas avvolto da un surreale silenzio. Un segnale forte, così l’ha definito Bartomeu, il presidente blaugrana nella conferenza speciale andata in scena nella giornata di oggi: ”Condanniamo ogni forma di repressione verso la libertà di espressione. Abbiamo manifestato a supporto di quelle persone, entità e istituzioni che lavorano per garantire la libertà di potersi esprimere liberamente. Allo stesso modo ieri abbiamo espresso il nostro rifiuto condannando severamente gli episodi di violenza che si sono manifestati. Per questo abbiamo deciso di dare atto della nostra indignazione con un gesto che potesse essere osservato in tutto il mondo. Abbiamo discusso a lungo su cosa poter fare, alla fine abbiamo deciso di giocare a porte chiuse. Siamo perfettamente consapevoli del fatto che molti membri del comitato avrebbero preferito non giocare la partita, ma la Liga non ce lo ha permesso. Quella di ieri è stata la decisione più difficile da quando faccio il presidente. Abbiamo preso la decisione di giocare a porte chiuse, perché abbiamo pensato che l’immagine di un Camp Nou completamente vuoto potesse dare un enorme segnale al mondo del nostro dissenso per quello che sta accadendo in Catalogna. Quello che è successo ieri è inammissibile: chiediamo rispetto per la popolazione catalana. Nella nostra posizione di club con visibilità a livello mondiale continueremo a dire al mondo quello che succede nel nostro paese come facciamo da 118 anni”.



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