Genio disciplinato. Umile in campo come un giocatore normale. Attimi e gol, lacrime e brividi. In una parola: Baggio. Perché la sua passione e classe non hanno età: quel codino è stato un dono concesso al calcio italiano. Un privilegio raro. E adesso questo splendido cinquantenne è l’highlander del pallone che si diverte a inchiodare il tempo e rinnovare il miracolo della sua classe. Numero 10 moltiplicato x 5: sì, fanno 50. Tondi e meravigliosi. Tanti auguri Roby. E noi, per celebrarti, abbiamo deciso di raccontarti in tutti i tuoi colori. Adesso è il turno delle strisce rossonere. Capitolo Milan: tu e il Diavolo, dal 1995 al 1997.
Prima gli anni di Fiorentina e Juventus. Roba grossa. Fresco di scudetto bianconero. Dove in culla c’era un altro dieci, Alex. Dualismo? No, Roby migra a Milano. Desiderato da Capello. Altra vita. Assieme a dei compagni strepitosi. Tutti affascinati da quella nuova stella sbarcata nel regno di Milanello. ‘Tutti pazzi per Baggio’. E via col tricolore: campioni d’Italia. 28 presenze e 7 reti in campionato. Poco? Solo all’apparenza. “Perché Roberto ci faceva segnare a valanga”. Racconta in esclusiva a GianlucaDiMarzio.com Mario Ielpo, allora portiere rossonero. “Assist pazzeschi. Punizioni da maestro. In allenamento provavo a parargliele: ma che traiettorie”. Già, divine. Ok, e … in spogliatoio: com’era? “Un caciarone. Spigoloso? Macché: sono balle. Scherzava da matti. Non ci credete, chiedete a mio figlio”. Sentiamo: “Un giorno portai il piccolo a Milanello, che era un paradiso totale anche per i bambini. Lo feci entrare nello spogliatoio. Poi lo pesai sulla bilancia. Baggio, da dietro, ci appoggiò il suo piedone. Mio figlio ci cascò: era convinto di pesare 80 chili”. Sì, Baggio di scherzi così ne faceva un sacco.
“Perché era un ragazzo di spirito”. Parola di Filippo Galli, leggenda rossonera: oggi in esclusiva per GianlucaDiMarzio.com. Difensore totale l’uno, attaccante geniale l’altro. Doppia avventura assieme: scudetto al Milan con Capello, poi chiusura a Brescia. Ritiro a Milanello condiviso, dove i due avevano la stanza comunicante. “Ma quanto casino che faceva”. In che senso, piazzava la musica a tutto volume? “No no, pregava”. Ah, un canto libero?: “Alla mattina ci si alzava prestissimo”. Ok, sveglia all’alba? “Macché, dal letto ti alzava Roberto. Pregava a voce alta. Sentivo dei versi strani. ‘Ommmm, ommmm’. Di mezzo c’era il Buddha: la sua colazione spirituale per iniziare al meglio la giornata”. Canone buddhista. Questa la fede del Divin Codino. Una condizione vitale per lui. Assieme alla sua passione infinita. Una forza radicata nella mente. Elevazione spirituale, nella vita e … in campo. ‘Nam myoho renge kyo’. Più di un rito, più di una formula. Perché ‘Di media, tutte le mattine appena alzato, mi sveglio e cerco di fare minimo mezzora di preghiera’. Ammise Roby in una delle sue interviste. “Sì sì, confermo - ci confessa Filippo. Dovevo battere i pugni sul muro per farlo smettere”. Pura amarcord. “Ah, un giorno mi chiese di tradurgli un libro di preghiere Buddhiste. Era scritto in inglese, gli feci da interprete”. E in cambio? “L'obbligai ad autografarmi una cinquantina di sue magliette”. Scambio alla pari, baratto fra campioni. “E poi rimane il privilegio di aver giocato con una grande persona”. Un giocatore pazzesco. Unico. 50 volte Baggio, 'anche se da quando non gioca più, non è più domenica'. Ah, buon compleanno Roberto. E grazie infinite.