La gestione della società e della squadra, da Thohir a Mancini, passando per i possibili movimenti di mercato. Questo e tanto altro nella ricca intervista rilasciata da Piero Ausilio, direttore sportivo dell'Inter, ai colleghi di Libero: "Completa gestione nelle mani di Mancini? Bugia. Qui si lavora tutti insieme: società, tecnico, giocatori. Ogni decisione è ponderata con il mister e avallata dal presidente. Non c’è alcuna “dittatura” Mancini. Thohir è lontano fisicamente, ma ci sentiamo tutti i santi giorni via WhatsApp o telefono: ci chiede dei giocatori, si informa, sa di calcio più di quanto si voglia far apparire. Si è arrabbiato per quello che ha letto sui giornali? Più che altro è rimasto deluso, lo si è fatto passare per quello che non è. Ha un tale rispetto che per sua scelta si è adattato al nostro fuso orario: ci scrive quando da lui sono le 2 del mattino per non disturbarci.
Ha rivoluzionato l’Inter facendo fuori molti ex fedelissimi di Moratti? Devo tanto a Moratti, veramente un grande uomo. Allo stesso tempo è anche vero che è Thohir ad avermi scelto come direttore dell’area sportiva nel post-Branca. Di Marco molti hanno un’idea sbagliata, con lui ho sempre lavorato bene. Terzo posto? È chiaro che la partecipazione o meno alla Champions cambierà il nostro modo di operare, ma non abbiamo alcuna intenzione di smantellare e, anzi, abbiamo già impostato il prossimo mercato: prenderemo 4 o 5 giocatori, la rivoluzione l’abbiamo fatta la scorsa estate, ora dobbiamo consolidarci. Con Mancini? Assolutamente sì: lui vuole restare, noi vogliamo continuare con lui a prescindere dal 3° posto.
Molti non ci credono, ma il nostro mercato è totalmente autofinanziato. Nelle ultime due sessioni abbiamo mosso 28 giocatori: 13 in entrata e 15 in uscita per un bilancio vicinissimo allo zero. Però poi arriva il momento di pagare le rate? Sappiamo quello che facciamo. Nel mondo dei media c’è troppa superficialità. Ljajic, Telles e Jovetic? Con il tecnico ci siamo già confrontati: nessuna decisione verrà presa prima del 15 maggio, giorno dell’ultima giornata, poi avremo tempo fino al 30 giugno per esercitare i nostri “diritti”. Stesso discorso per Jovetic, è un professionista serio e si allena con impegno. Icardi? Un professionista esemplare, tra i primi ad arrivare al campo e uno degli ultimi ad andare via, pensa a lavorare e a stare con la moglie e i 4 bambini, non ha grilli per la testa, dice da mesi che all’Inter vuole restare a lungo, la società su di lui vuole costruire i prossimi 10 anni e non a caso è il capitano".