Bilbao? No, Bastia. Un altro Athletic Club, ma stavolta siamo in Umbria. Il principio è lo stesso: giocatori sì, ma solo se a km 0. “All’Athletic Club non si fa calcio, si gioca a pallone”. È questo il motto di due realtà, tanto distanti quanto unite, dagli stessi valori, ideali e dalla voglia di giocare il calcio, per una filosofia condivisa piuttosto che per il guadagno.
Tutto iniziò nel 2012 quando l’imprenditore Giancarlo Natalini, dopo un viaggio di lavoro all’estero nella città spagnola di Bilbao, venne conoscenza di una realtà di pensare il calcio del tutto nuova e particolare. Persuaso e incuriosito da quell’idea, decise di fondare insieme a 7 amici l’Athletic Club di Bastia che, nello stesso anno, fece la sua comparsa nel campionato provinciale di Terza categoria. La nota fondamentale? In tutto e per tutto ispirato al club basco.
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L’Athletic Club di Bilbao, militante nella massima serie spagnola, fonda le sue storiche radici in una politica specifica, che la distingue da tutti gli altri club, spagnoli e non: è infatti noto per la sua regola di tesseramento di soli giocatori baschi o di origini basche, oppure che si siano formati nelle giovanili di un club, pur sempre basco. Ma questa volta la realtà è tutta italiana, a Bastia Umbra, una piccola frazione in provincia di Perugia, che conta quasi 22.000 abitanti. Qui la squadra della città esisteva già, con la sua lunga storia dal 1924, e da anni militava con alti e bassi nelle serie semi professionistiche. Quando compare per la prima volta nel campionato provinciale, riesce in poco tempo a conquistare la promozione nella stagione 2013-2014.
Ai giorni nostri, è sempre più difficile trovare squadre in cui i valori siano superiori ai risultati sportivi. L'Athletic Club è il più grande esponente di una filosofia che schiera i calciatori a difesa della propria terra. L’idea di Natalini è un caso speciale nel calcio moderno, fatto di amore per lo sport, per la città stessa e per la sua gente, nonché per i tifosi. Anche i colori indossati dagli atleti di Bastia imitano quelli baschi, in onore del club spagnolo. Non a caso sono proprio il rosso e il bianco, i colori tradizionali del Bastia.
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Nello Statuto del Club si legge: “L'associazione è un centro permanente di vita associativa a carattere volontario e democratico, la cui attività è espressione di partecipazione, solidarietà e pluralismo. Essa non ha alcun fine di lucro e opera per fini sportivi, ricreativi e culturali per l'esclusivo soddisfacimento di interessi collettivi, nonché per creare e sviluppare un progetto di condivisione di attività sportive fra gli abitanti di Bastia Umbra. A tale scopo gli atleti che saranno tesserati per l’Associazione dovranno tassativamente essere residenti nel Comune di Bastia Umbra o esserne stati residenti per almeno 5 anni".
I giocatori del Bastia sono stati due volte a Bilbao, ricevuti dal presidente e dalla rosa dell’Athletic Club, per un’esperienza emozionante. Insieme agli atleti baschi, hanno visitato le strutture del club spagnolo e hanno anche visto due partite nelle coppe europee. L’Athletic Club di Bilbao, attualmente tra le semifinaliste della Coppa del Re 2020 dopo aver eliminato il Barcellona, è la stella polare dei ragazzi del Club di Bastia, che sono ormai diventati veri e propri tifosi.
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La storia dell'Athletic Bilbao è dunque un modello che s’è ripetuto qui in Italia. Negli ultimi anni gli atleti umbri si sono trasferiti in un nuovo stadio di un quartiere chiamato San Bartolo, che in poco tempo hanno rinominato in "San Bartolomés", in onore dello stadio di San Mamés a Bilbao. L’Athletic Club di Bastia è tra le uniche realtà italiane a padroneggiare una filosofia del calcio come è quella spagnola. I cittadini e i tifosi inizialmente non credono o fanno fatica a pensare che ciò sia possibile, fin quando si rendono conto che è proprio questa la verità, la stessa verità che costituisce la base della filosofia. Non tardano poi ad arrivare condivisioni e apprezzamenti delle convinzioni.
Il club umbro, che attualmente milita in Promozione, punta più sul divertimento che sulla competizione. I giocatori svolgono due sedute settimanali di allenamento oltre alla partita del weekend. L’insegnamento arrivato da Bilbao è stato recepito e ora si punta sulla diffusione di questo tipo di filosofia per tante altre realtà. Lo si dice anche ai massimi livelli: c'è un calcio basato sui soldi e un altro basato sulle idee. A Bastia Umbra sono andati oltre, idee e legame con il territorio. Per un calcio etico. O meglio, Athl etic...o.
A cura di Alessia Bragiola
