Un'avventura iniziata sotto i migliori auspici ma proseguita senza grossi risultati dal punto di vista personale, finora. Dopo la parentesi in Premier League Alberto Paloschi ha deciso di ripartire dall'Atalanta, ma il rendimento super della squadra di Gasp non è coinciso con quello del ragazzo scuola Milan. "Ho accusato un piccolo fastidio a una vecchia cicatrice sul tendine rotuleo del ginocchio sinistro ma ora sto bene ed ho ripreso ad allenarmi. Servirà un po’ di tempo per tornare in gruppo ma conto di farlo giù dopo la sosta natalizia", ha rivelato in un'intervista rilasciata a Bergamo Post l'attaccante classe '90.
Lo spazio avuto in campo è stato davvero poco: "Ogni giocatore vorrebbe giocare tutte le partite ma il mister deve fare le sue scelte, tocca a me dimostrare di meritarmi un posto. Do il massimo ogni giorno per farmi trovare pronto, sono sempre stato così. Il calcio va a periodi e c’è sempre da imparare. Anche se non sto trovando spazio mi impegno e voglio migliorare come quando ero titolare. Quel che conta è che la squadra faccia bene, io aspetto il mio momento".
Ciò che si aspettava era di rivederlo protagonista dopo la parentesi allo Swansea: "L’esperienza in Galles è stata positiva, senza rammarico, ho dato tutto. Qui sono a casa in una società stupenda con grandi strutture assieme a compagni che sono veri uomini prima di essere buonissimi calciatori".
Ma chissà se avesse segnato al posto di colpire la traversa contro la Lazio o se avesse realizzato quel rigore col Cagliari... "Me lo ricordano in molti ma non ci faccio caso, sono cose che succedono. Nel calcio è così: se al mio primo gol col Milan avessi calciato alle stelle quel pallone forse nessuno si sarebbe accorto di me. Succede ma una rete in più non avrebbe cambiato ciò che chiedo a me stesso e che voglio dare alla squadra. Come l’errore di Cagliari: fa rosicare ma bisogna analizzare gli sbagli e valutarli per non ripeterli più".
Magari i consigli di un attaccante navigato in Serie A come lui hanno avuto un ruolo importante nell'esplosione di Petagna. O forse no: "Non mi sento di dare indicazioni agli altri, sono io il primo a cercar consigli e riceverli. Sono ancora giovane. Prendo spunto dai compagni, mi piace osservarli. Andrea sta facendo benissimo ed i suoi miglioramenti sono tanto evidenti quanto importanti".
Tutti lo danno per partente a gennaio, ma Paloschi non ha dubbi: restare e dimostrare tutto il proprio valore. "A giugno ho sposato un progetto e non cambio idea dopo soli 6 mesi. Voglio dimostrare all’Atalanta ed alla mia gente quello che sono riuscito a fare in altre piazze come Verona. I periodi bui possono capitare ma vado avanti, lavoro e punto a lasciare un segno anche con la maglia della mia città. Io sono di Cividate, sono tornato a casa ed in tribuna ci sono i miei amici che aspettano di vedere un mio gol. In periodi come questi quando devi mandar giù un boccone amaro si può crescere molto ma bisogna guardare avanti".
Infine, una battuta sull'ex compagno ed amico Pellissier, entrato giusto nello scorso weekend nel club dei centenari in Serie A: "Ci sentiamo spesso, mi ha insegnato molto. Lavorare con uno come lui è stato il massimo. Mi rivedo molto in lui quindi ho sempre cercato di guardarlo e imparare”.