Da bambino, la sua voglia di vincere lo portava a sfidare gli amici in gare di corsa. Una dote innata quella della velocità, un po' come la passione per il calcio: i suoi genitori lo hanno chiamato Johan in onore di Cruyff.
Johan Mojica l’ha sviluppata così la sua rapidità. La stessa che gli ha permesso molte volte di essere imprendibile sulla fascia sinistra. Questo gli è valso l'interesse dell'Atalanta che ieri ha ufficializzato il suo acquisto in prestito con diritto di riscatto dal Girona.
Mojica, a 12 anni, percorre i cento metri in 10,40 secondi. Il record colombiano appartiene a Cristian Palomeque con 10,11, mentre Bolt detiene quello mondiale con 9,58. Avrebbe potuto continuare con l’atletica, ci ha provato per un periodo a farli coesistere, ma alla fine ha scelto il calcio. La sua vera passione, di cui si è innamorato grazie alle giocate di Ronaldinho. E ricordava il brasiliano per la dentatura e i capelli lunghi. Per questo oltre a una buona tecnica, quando va al Deportivo Cali, viene soprannominato Johandinho.
A calcio però inizia a giocare prima per strada e, solo qualche tempo dopo, nella cantera dell’America de Cali. A 12 anni si trasferisce a Bogotà per motivi familiari, insieme ai suoi genitori John Jairo e Luz Edith, oltre ai suoi due fratelli Juan David e Anderson, anche lui calciatore.
Nella capitale colombiana viene scartato dall’Independiente Santa Fe, perché troppo magro e basso. Va a provare all’Academia e anche qui il presidente ha diversi dubbi sul suo fisico, ma a credere in lui è l’allenatore Jorge Serna. Viene tesserato e poi ceduto al Llaneros, un club di seconda divisione. Passarono solo 6 mesi prima che il Deportivo Cali decidesse di acquistarlo e di riportarlo nella città in cui era cresciuto.
“La mia esperienza al Deportivo Cali è stata molto breve, ma intensa. Sono arrivato come terzino sinistro e il Profe Leonel Álvarez mi chiese se fossi disponibile a giocare da numero 10, visto che sulla fascia sinistra c’era Vladimir Marìn, un terzino molto più esperto. Ricordo che un giovedì mi provò in allenamento e sabato feci il mio debutto contro l'Itagûí da centrocampista: da quel momento, ho giocato da numero 10" ha raccontato il classe ’92 in un’intervista a Marca.
E proprio grazie a quell’intuizione che Mojica viene scoperto dal Rayo Vallecano nel 2013 in una partita contro i Millonarios. Gli spagnoli erano in Colombia per osservare un altro giocatore, ma sul taccuino ci è finito il numero 10 dei verdiblancos. Rayo, Valladolid e Girona le sue esperienze in Spagna, tra Liga e seconda divisione, ma sempre da terzino sinistro.
Il punto più alto delle sei stagioni spagnole coincide con la convocazione per Russia 2018. Un percorso iniziato proprio a Bergamo sotto gli occhi di Sartori, nell’amichevole contro l’Egitto: in quell'occasione si infortuna Fabra, il titolare della fascia sinistra. E Johan gioca per intero le quattro partite del torneo, dove c’era anche Luis Muriel, uno di quei connazionali che ritroverà in nerazzurro, insieme a Duván con il quale ha condiviso solo un paio di amichevoli. Dal Barrio Valle del Lili al Gewiss Stadium, Mojica corre veloce.
Di Mattia Zupo