Reduce dall'eliminazione in Europa League e dalla sconfitta casalinga contro l'Hellas Verona, l'Atalanta affronterà il Venezia sabato alle 15 al Penzo.
"Quando sono venuto a Bergamo, ho visto che ha sempre giocato una squadra dove era fondamentale l’esperienza, il fare risultato arrivando ai 35 punti, mai un passo un po’ più lungo della gamba. Io da avversario ho sempre visto lo stadio pieno, l’ho sempre percepito come un gruppo compatto, unito. Inizialmente vedevo Bergamo come Bilbao. C’era un settore giovanile incredibile, con molti giocatori interessanti. Ho sempre visto una squadra di ragazzotti che andavano sparati, ho fatto difficoltà a far passare questo messaggio, non c’era nessuna cultura in questo senso, eravamo lontani anni luce. La gara col Napoli ha dato una svolta. Poi abbiamo cambiato, c’è stata un’evoluzione: sei anni nel calcio sono qualcosa di enorme. Siamo stati molto bravi a modificare, di Bergamo c’è solo Scalvini. Ci sono stati due anni di pandemia, oggi non è uguale a tre anni fa, c’è qualcosa di diverso anche nella gente. Dico sempre: quando stai fermo scivoli, ti devi muovere sempre", così Gian Piero Gasperini durante la presentazione del libro di Luigi Garlando, l'Album dei sogni.
Gasperini: "Orgoglioso di aver aperto una strada"
L'allenatore nerazzurro si è poi soffermato sullo stile di gioco, che ha ispirato anche allenatori emergenti come Italiano, Tudor e Juric: "Per me aver aperto una strada è un grande orgoglio. Devi studiare, la competizione è elevata. Oggi c’è una competizione incredibile. Devi anche accettare il cambiamento, non è possibile essere sempre il solito". Sull'esperienza in Champions: "L’Europa ha portato i nostri giocatori ad essere i più bravi, la Champions è stata straordinario. Non ho mai pensato che eravamo i più forti, ma siamo stati i più bravi. nell’ultimo periodo siamo stati meno bravi, ma i ragazzi si impegnano: non ci sono litigi, in questo periodo siamo stati meno bravi, speriamo in queste sei partite di ripartire".
Sugli errori commessi in questi sei anni sulla panchina dell'Atalanta: "Noi dobbiamo prendere sempre le decisioni prima, devi intuire chi sta meglio o meno. Giochiamo contro un avversario, lo puoi studiare, ma non dipende solo da noi. È facile dire “la gara col PSG”, potevamo andare in semifinale. Ma è troppo facile. Se le cose vanno bene non devi toccare niente, gli errori ti permettono di migliorare. L’umiltà non è stare zitti se ti fanno un torto, mettersi un po’ in disparte. L’umiltà è quando non ti basta, quando vuoi migliorarti. Quando ci dicono che non abbiamo vinto niente rispondo: “Non abbiamo vinto niente? Abbiamo battuto tutti i record. Ci sono rimasto male quando ho sentito un tifoso dell’Atalanta dire: “Invidio il Verona per aver vinto lo scudetto”, lì mi sono cascate le braccia".