Dopo giorni di sentenze e lunghe attese, la stagione dell'Atalanta inizia come stabilito dalla classifica della scorsa Serie A: settimo posto e preliminari di Europa League, fischio d'inizio domani. A Reggio Emilia arriva il Sarajevo, reduce dalla doppia vittoria sugli armeni del Banants. Sarà il primo di tre turni (uno in più rispetto al Milan di un anno fa) che i bergamaschi dovranno affrontare per accedere alla fase a gironi.
L'avversario sembrerebbe alla portata, ma guai a sottovalutare i bosniaci, come affermato da Gasperini in conferenza stampa: "Non è un'amichevole, si gioca una partita di qualificazione con risvolti difficili. C'è sempre un po' di incertezza e curiosità della prima partita, è un'incognita. Ma la squadra ha lavorato bene in questi ventidue giorni. È subito decisiva, ma non deve cambiare modo di giocare e di pensare nell'arco dei centottanta minuti".
Alla fine sono toccati i preliminari: "Siamo nella giusta dimensione, è un successo essere qui nuovamente a giocare questa competizione. Non ci sentiamo degradati per dover giocare queste partite, anzi, è un obiettivo che abbiamo inseguito per lungo tempo ed eravamo molto soddisfatti a fine campionato".
Gasperini ha parlato anche della formazione: "Barrow ci sarà sicuramente perché sta facendo cose straordinarie, non è una novità, ma un punto di forza. Papu è partito con una grande condizione, in avanti ci affidiamo alle certezze. Dobbiamo sopperire a qualche defezione, come Ilicic e Freuler, lo facciamo ricorrendo alla nostra rosa, senza snaturare".
Di nuovo sugli avversari: "Giocano un calcio offensivo, sono dotati dal punto fisico e hanno giocato più di noi. Sono partite insidiose, l'approccio sarà buono perché ci teniamo a fare bene, vogliamo giocare ancora in Europa. Il clima intorno a noi è caldo, servirà grande attenzione essendo la prima sfida".
Sul nuovo acquisto Pasalic: "Non so se aspettarmi altri arrivi. Oggi ha fatto le visite, non sarà disponibile per questo turno. Abbiamo perso tre giocatori importanti, ci sono altre assenze. Arriviamo un po' in ritardo a questo appuntamento, ma non sarà un alibi. Dobbiamo eliminare la presunzione, perché partite scontate non ce ne sono, ma i ragazzi sono tutti sul pezzo e daranno il massimo".
In conferenza stampa è intervenuto anche capitan Papu Gomez: "Non mi sembra giusto, per rispetto della squadra, parlare di mercato oggi. Domani abbiamo una partita importante, vogliamo passare il turno, quindi si parla solo dell'Atalanta. Ogni anno dopo tante partenze dobbiamo fare un po' di miracoli, non è facile confermarsi, ma penso che dopo queste due stagioni la squadra giochi a memoria, aiutando i nuovi arrivi. Non è facile adattarsi, ma speriamo che anche chi è arrivato adesso possa entrare velocemente nei nostri meccanismi".
L'argentino si è soffermato anche sula partenza di Petagna: "È un ragazzo straordinario, mancherà a tutti nello spogliatoio, non solo a me. Io ora sto più vicino a Duvan, perché parliamo la stessa lingua e gli faccio capire cos'è l'Atalanta o cosa chiede il mister, anche in città per trovare la nuova casa. Se succede qualcosa ho un buttafuori accanto a me (ride, ndr)".
"Cerco sempre di dare qualità alla squadra, non voglio tornare all'Atalanta di quando sono arrivato. Per riuscirci devo fare gol, assist, o anche solo un passaggio all'apparenza insignificante".
Ancora sulla partita: "Sarà tosta, hanno fisicità e alcuni giocatori di qualità. Dobbiamo essere attenti, senza presunzione, ma vogliamo arrivare ai gironi e domani si gioca la prima partita per questo obiettivo".
Gomez fissa poi l'obiettivo per la prossima Europa League: "Al gruppo è rimasto il rammarico di quella sfida col Borussia Dortmund, si vedeva che saremmo potuti andare avanti e siamo usciti per pochissimo. Pensando a questo, vogliamo fare un'ottima Europa League, pensando prima ad arrivare ai gironi".
Su Barrow: "Ovviamente tutti stanno vedendo cosa può fare in campo, ma a me piace perché è un ragazzo che sa ascoltare i più grandi, è un ragazzo a posto. Vuole continuare a crescere, sicuramente in tutta la stagione ci darà una grossa mano".