Antenucci: "Se vinciamo la Coppa Italia mi taglio la barba"
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Data: 21/11/2018 -

Antenucci: "Se vinciamo la Coppa Italia mi taglio la barba"

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L'attaccante della Spal: "Sono milanista, vorrei bloccare la Juve. Se vincessimo la Coppa mi taglierei la barba"
L'attaccante della Spal: "Sono milanista, vorrei bloccare la Juve. Se vincessimo la Coppa mi taglierei la barba"

Un'altra missione salvezza con la Spal, il sogno Coppa Italia e una promessa. Mirko Antenucci si racconta a 'La Gazzetta dello Sport', in vista del big match dello Stadium contro la Juventus. Queste le sue parole:

"I bianconeri hanno una mentalità pazzesca, non si rilassano mai: azionano una morsa che ti stritola, minuto dopo minuto. Dobbiamo imparare dallo 0-0 dell'anno scorso al Mazza. Lì avevamo fatto l'impresa. Se dovessi segnare in rovesciata davanti a CR7? Magari a fine partita così sarebbe più facile che mi dia la maglietta... Ma da milanista, l'importante è soprattutto fermare la Juve"

Il capitano della Spal è consapevole dell'obiettivo dei suoi. E non crede che un avvio di stagione col turbo abbia influenzato sull'atteggiamento della squadra: "Non ci fece male né peccare di presunzione. Noi abbiamo sempre avuto, e sempre avremo, il chiodo fisso di ogni anno e di inizio stagione: salvarci, e la classifica di oggi è in linea con quell’obiettivo".

Ma non è per la salvezza, che Antenucci profanerebbe il suo look. "Se dovessimo vincere la Coppa Italia va bene, mi taglierei la barba. Ce l'ho dai tempi del Leeds, mi piaceva che i tifosi avessero addirittura coniato lo slogan “Fear the beard” con tanto di maglietta, beh, l’ho tenuta".

Sulle qualità del calcio inglese: "Lì non si dipende sempre dai risultati. E il pre e il post partita si vivono con grande leggerezza con la quale si vive il pre e il post partita". Quindi Mirko svela i suoi punti di riferimento: "Idoli extra calcio? Freddy Mercury, un mito assoluto. Mentre sul terreno di gioco avevo già detto in passato Marco Di Vaio: nei giorni antecedenti a un Catania-Bologna mi fecero un’intervista e indicai lui come idolo calcistico. Prima della gara lui venne da me, mi strinse la mano, disse che aveva letto l’intervista, mi diede la sua maglia e io gli chiesi se avesse voluto la mia. La scambiammo".

Il miglior pregio della Spal da ritrovare e il peggior difetto da abbandonare. "Abbiamo un’identità di gioco e l’idea di non mollare veramente mai. Ma dobbiamo stare sul pezzo sempre: ancor più contro una squadra come la Juve. Se un mio discorso da capitano ha cambiato la sorte di una stagione? Diciamo che un campionato fa ci incontrammo tutti con molta franchezza. Un confronto migliorativo in cui il concetto era quello di dare di più per questa maglia".

L'intervista integrale sulle pagine de 'La Gazzetta dello Sport'.



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