Non solo Bayern Monaco, nella lunga intervista concessa da Carlo Ancelotti ai microfoni de "La Gazzetta dello Sport". Tra Nazionale, Serie A, Berlusconi e corsa al titolo, l'ex allenatore del Milan ha voluto dire la sua, partendo proprio dalla sofferta vittoria azzurra domenica contro la Macedonia e da alcuni singoli del nuovo gruppo di Ventura:
"La Nazionale domenica ha avuto difficoltà con la Macedonia, però alla fine ha lottato e ha vinto ed è quello che conta in un momento così di cambiamenti, con gente giovane. Aver ribaltato la partita fa ben sperare, il gruppo è difficile però io ho fiducia: avevo scommesso con i miei spagnoli qui al Bayern sulla nostra vittoria a Torino. E’ finita pari, ma c’è il ritorno. Un mondiale senza Italia? No. Penso che alla fine l’Italia ce la farà, si può giocare tutto nel secondo match con la Spagna e poi c’è la scappatoia del playoff".
Poi, tra Immobile, Belotti e Verratti: "Nel reparto attaccanti negli ultimi anni non è uscito granché. Immobile e Belotti vanno bene, si trovavano anche in campionato: si può contare su di loro per il futuro. Verratti? La sua forza è la personalità spiccata che talvolta lo porta a questi tipi di errori. Fanno parte della crescita di un giocatore come lui. Ama rischiare ed è forte per quello, si sente molto sicuro di sé. Non va crocefisso, certe giocate fanno parte del suo dna, con l’esperienza diventerà più forte e limiterà gli sbagli. Per come gioca è già un leader, ha tutto per prendere in mano il gioco di una squadra, lo faceva già al Psg tre anni fa. Diventerà una pietra basilare non solo per il calcio italiano, nei prossimi anni".
Sul Milan, alla ricerca di una bandiera dopo le difficoltà per arrivare a Maldini: "Se ho suggerimenti? No. Io sarei contento se il Milan fosse gestito da persone capaci come negli ultimi trent’anni. E milaniste, come lo è Berlusconi. Ma il futuro rossonero deve basarsi sulla competenza dei dirigenti, poi se arrivano da altre squadre al tifoso interessa meno, purché vengano i risultati. Berlusconi? Ogni tanto lo sento, gli ho fatto gli auguri e lui ha ricambiato. Rimane sempre una persona per cui ho affetto, mi ha fatto stare bene, da giocatore e da allenatore. E mi è stato vicino. Il Milan senza di lui è strano, ma il calcio di oggi è così: lui si è stancato e alla fine i cicli devono finire".
Da una sponda di Milano all'altra, passando poi per la vicenda Totti-Spalletti e l'infortunio di Milik: "Ho visto l'Inter di de Boer contro la Juve e sembrava una squadra pronta. Poi ha avuto qualche incidente di percorso ma rimane buona, come l’allenatore. Può competere per le prime posizioni. Totti-Spalletti? Non ho mandato nessun messaggio a entrambi, l’hanno risolta con ironia ed è stata la cosa migliore. Ma Totti rimane un grande personaggio del calcio italiano. Per il Napoli l'infortunio di Milik è una botta, sarà più difficile restare ad alti livelli. Hanno in casa Gabbiadini, ha qualità, ora aumentano le responsabilità e vediamo come le affronta. Però non parlerei di strada spianata.
E sulla lotta scudetto? Ancelotti conclude così: "Juventus favorita, ma scudetto assegnato no. Tutto può succedere, anche gli infortuni sono all’ordine del giorno. Della Juve mi piacciono solidità, continuità, organizzazione di squadra e di società. Tutti gli avversari si augurano che la difesa della Juventus perda sicurezza, ma la solidità difensiva rimane la forza della Juve".