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Data: 06/11/2016 -

Amici per... il pallone! E quanti balletti in spogliatoio: da Vila Belmiro al Pizjuan, Siviglia-Barcellona è anche la sfida Ganso-Neymar

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Lui palleggiava di tacco, l’altro gliela restituiva di schiena. Con tutta la squadra intorno a guardare meravigliata, poco prima dell’inizio di una partita. E che partita veniva fuori, poi! Ogni volta la stessa storia, a Vila Belmiro, tra ‘olé’ finali, torelli e tifosi di casa letteralmente impazziti di gioia. Felicità contagiosa. Ma andiamo avanti, ce n'è da raccontare (e vedere). Perché quando lui abbozzava delle frasi in inglese, ma con scarsi risultati: guardare per credere. L’altro nemmeno ci provava, decisamente più timido. Lui, l’altro e quell’altro ancora, tutti in fila a ballare ‘Single Ladies’. Sinuosi ma... no. Lui: Neymar da Silva Santos Júnior. O anche solo Neymar. L’altro: Paulo Henrique Chagas de Lima. Semplicemente Ganso. Compagni di squadra al Santos. Amici per il pallone. Ma non solo, il legame tra loro va decisamente oltre. Così oltre che Neymar è anche il padrino di Ganso, con tanto di foto che ci fa da testimone. Insieme ne hanno combinate di ogni, in campo era un piacere vederli. Bellissimi, complementari, quasi perfetti. Ganso lanciava, Ney dribblava e segnava. Ganso inventava, Ney trasformava in magia. E succedeva che tra i due si unisse anche 'quell’altro ancora’ di nome Robinho. Che spettacolo di partitelle venivano fuori! Al compleanno di Neymar, Ganso e Robinho hanno pensato bene di festeggiarlo portandogli una torta… in conferenza stampa. Guardate! Gioie, dolori, e convocazioni vissute insieme. Ecco un’altra prova, in questo bellissimo video ricordo. Lui e l’altro, una cosa sola fino a qualche anno fa. Poi di mezzo si è messa l’Europa, con Neymar che è volato al Barcellona. Trionfando, chiaramente. Qualche anno dopo è toccato a Ganso, stesso paese di destinazione (Spagna) ma diversa squadra (Siviglia). E domani al Pizjuan proprio Siviglia-Barcellona. Lui e l’altro, contro. Per la prima volta. Dovranno solo fare attenzione a non passarsela perché l’abitudine può giocare brutti scherzi.



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