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Data: 09/09/2024 -

Carlos Alos, CT della Bielorussia: "Morata? Riduttivo giudicarlo per i gol. Diamo tempo a Fabregas"

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La nostra intervista all'allenatore spagnolo
La nostra intervista all'allenatore spagnolo

Carlos Alos, CT della Bielorussia, si è concesso in esclusiva ai nostri microfoni per parlare di Alvaro Morata e Cesc Fabregas in Serie A, oltre che della spagna calcistica in giro per il mondo.

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Alos su Morata: "Farà una grande stagione" 

Alos ha parlato della possibile stagione realizzativa di Morata: l'allenatore è convinto che lo spagnolo può andare oltre il record personale di 15 gol a campionato (cifra raggiunta con le maglie di Real Madrid e Atletico): "Nessuno lo sa, ma penso che possa farne più di 15 in Serie A perché ne ha il talento. Poi queste sono statistiche e io sicuro che farà una grande stagione. Alvaro è un attaccante che non solo ti garantisce dei gol ma aiuta anche la squadra. E questo aspetto va oltre la vena realizzativa. Magari non avrà fatto tanti gol all'Europeo ma è stato lo stesso determinante per La Roja. Parliamo di un attaccante rapido che punta i difensori e che grazie al suo fisico e alla sua altezza liberava spazi per altri giocatori come Yamal e Williams. Adesso gli esterni rossoneri come Leão e Pulisic potranno approfittare in modo simile del suo lavoro. Ai milanisti dico che sarebbe riduttivo giudicare Morata solo per i suoi gol, parliamo di uno che si fa in due per la squadra, un attaccante votato al sacrificio."

In Spagna, però, non tutti lo amano: "Non lo so ma posso dire che essendo il capitano della Spagna Alvaro aveva il rispetto di tutto lo spogliatoio, giocatori, allenatori inclusi. E più in generale di tutto il calcio spagnolo. Ma a volte è dura controllare i tifosi... e poi Alvaro ha vestito le maglie di grandi rivali come Real e Atletico Madrid. E per i tifosi non è facile accettarlo".

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Una parentesi anche per Cesc Fabregas: "A volte grandi giocatori diventano ottimi allenatori, altre no. Ma Cesc ha iniziato bene, portando il Como in Serie A. Non lo conosco ma sembra una persona molto intelligente. E poi è stato allenato da alcuni dei più grandi allenatori come Wenger, Guardiola e Del Bosque. Avrà sicuramente imparato tanto da loro e da giocatore ha vissuto esperienze fantastiche. Vediamo come riuscirà a trasmettere questi concetti da allenatore. Diamogli del tempo. Poca esperienza? Questo lo scopriremo con il tempo, il calcio non è matematica che devi avere una certa età... ma Cesc è stato un calciatore fantastico, uno dei top della Spagna che ha fatto la differenza ad alti livelli. Ha lasciato il suo paese quando era ancora un bambino per andare all'Arsenal. Esperienze del genere ti aprono gli occhi."

Su De Gea, invece: "David è stato fermo per più di un anno e a questa età non sai mai come tornerai. Anche se credo che per un portiere l'inattività ha un impatto minore. De Gea è stato un grande portiere che purtroppo in Spagna non ha il rispetto che merita. E questo nonostante il fatto che abbia giocato ad alti livelli sia nell'Atleti che a Manchester per anni. Forse ha pagato il fatto che abbia trascorso tantissimi anni all'estero. Avesse giocato nel Barca, Real Madrid o Atletico Madrid forse avrebbe goduto di una stampa migliore. E poi con la Spagna ha avuto tanta sfortuna nei grandi tornei e questo di sicuro non lo ha aiutato. Detto ciò mi auguro che torni ai suoi livelli adesso alla Fiorentina."

La Spagna continua a vincere nel calcio: "Respiriamo questo sport"

La Spagna è sinonimo di grande successo nel calcio: "È un paese calcistico, respiriamo calcio. Sia da calciatore che da allenatore se vuoi raggiungere il top in Spagna devi essere sveglio perché la concorrenza è grande. Abbiamo il calcio dentro sin da giovanissimi e perciò abbiamo ottenuto così tanto successo. Poi abbiamo un eccellente formazione per gli allenatori, partendo dal basso nelle scuole calcio. Il calcio per i spagnoli è importantissimo e nesssuno può negare che noi allenatori spagnoli siamo molto competitivi.

De La Fuente ha vinto un Europeo con molti passaggi in verticale, senza Tiki Taka: "Fu il Barcellona dei tempi d'oro la squadra che inventò questo tipo di calcio. Però parliamo di una grande generazione con calciatori come Busquets, Xavi e Iniesta con Messi Falso Nueve che aiutò a tenere la palla. A volte il calcio che fai non dipende solo dal lavoro dell'allenatore ma dai giocatori che hai. Quel Barca però fu allenato da Pep Guardiola, che per me è il più grande allenatore della storia. È dotato di innovazione tattica costante, passione e intelligenza. Ha avuto successo in Spagna, Germania e Inghilterra a questo nonostante gli scettici quando arrivò oltremanica dissero che non poteva raggiungere quota 100 punti in classifica. Si erano sbagliati."

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Chi deve vincere il Pallone d'Oro?: "Io lo darei a Rodri al 100%. Lui ha giocato ad alti livelli sia in Premier League, in Champions League e all'Europeo con la Spagna. È uno dei favoriti per la vittoria del Pallone d'Oro. Ritorno de LaLiga? Aveva i due dei più grandi calciatori della storia, uno al Real e uno al Barca e la loro perdita fu gravissima per il nostro calcio. Non è stato facile perdere sia Messi che Cristiano Ronaldo perché è impossibile sostituirli. Ma pian piano i top stanno tornando nel nostro campionato. Anche se per noi non è facile competere con la ricca Premier League. Allenare in Spagna mi piacerebbe"

A cura di Alessandro Schiavone

Tags: Serie A



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