Discovering Dudelange: F91, la formula dell'inconsuetudine
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Data: 29/11/2018 -

Discovering Dudelange: F91, la formula dell'inconsuetudine

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La sede del club tra una brasserie e un kebab, i trofei in vetrina, uno stadio da 1700 spettatori e un proprietario eclettico: nel nostro tour in Lussemburgo abbiamo scoperto (quasi) tutto su una squadra di calciatori...semiprofessionisti. Tanti tra loro, dopo aver finito di lavorare, giocano l'Europa League... anche contro il Milan
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La sede del club tra una brasserie e un kebab, i trofei in vetrina, uno stadio da 1700 spettatori e un proprietario eclettico: nel nostro tour in Lussemburgo abbiamo scoperto (quasi) tutto su una squadra di calciatori...semiprofessionisti. Tanti tra loro, dopo aver finito di lavorare, giocano l'Europa League... anche contro il Milan
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DUDELANGE E LA SUA GENTE: BECCA, PROPRIETARIO INTERISTA; SALCICCIA, ROSSONERO MADE IN ITALY

Il primo a finanziare, l’ultimo a voler metter becco in questioni organizzative del club. Se vi foste mai chiesti (improbabile, ma mai dire mai) chi ci sia dietro il piccolo capolavoro Dudelange, la direzione della vostra attenzione finirà ancora dalle parti nostrane. Flavio Becca, 48 anni, nato in Lussemburgo ma dal chiaro sangue italiano, è uno cui piacciono le sfide: amante del ciclismo sin da piccolo, tanto da diventare capo del Team Leopard, l’imprenditore ha allargato il proprio giro di affari dallo sport (Moto3 compresa) alla ristorazione, finendo anche per entrare in società (ormai 20 anni fa) nell’organigramma dell’F91 Dudelange.





Non sono una stampante”: risposta da “personaggio” data ai tanti tifosi che gli hanno chiesto biglietti per la gara contro il Milan, neanche a dirlo già sold out, di fronte ad un carattere che non cambia mai. Sin da quel lontano 1998, quando Damon Damiani (tifoso rossonero, casualità) inoltrò lui la proposta di entrare in società: voglia di spingersi oltre confini mai varcati per dimostrare di portare i propri affari a nuovi livelli e…nessuna paura, né della morte né tantomeno del Milan, con l’intenzione di tenere altissimo l’onore del calcio lussemburghese (riuscendoci pienamente, tra andata e ritorno). Una sorta di derby per lui, quello contro i rossoneri, da dichiarato tifoso nerazzurro: e dopo averlo visto in qualche occasione scendere gli scalini delle tribune per urlare e dare indicazioni ai suoi, non ci sentiamo di escludere che il capitolo possa riaprirsi anche in Europa League. Eclettico.

Guai a fargli i complimenti: in famiglia, da piccolo, non sono mai arrivati, e Flavio va avanti così. Senza lasciare, anzi, raddoppiando: nuovo stadio per il club in arrivo, tra i 6mila e gli 8mila spettatori, e il desiderio di spingere i propri calciatori verso sedute di coaching mentale per migliorare le rispettive capacità. Con lui, il Dudelange ha sollevato e conquistato ogni singolo titolo posseduto in bacheca: per questo motivo, il tasso di pretesa resta altissimo, anche mettendo talvolta in discussione la scelte di Toppmöller. Uno che il Milan lo stima da anni, tra partite viste a San Siro e amore per i vecchi fuoriclasse rossoneri, e che se l'è ritrovato di fronte in questa fase a gironi, insieme a…Leonardo: sempre lì, in Lussemburgo, dove tutto era iniziato anche per il brasiliano…nel 2014, e nel ruolo di dirigente al PSG.





Dudelange e la sua gente: se Becca finisce inevitabilmente in copertina, un angolo nascosto lungo la statale che ci porta verso il cuore cittadino del nostro viaggio regala, inaspettatamente, una bella sorpresa come new entry. Massimo Salciccia, dudelangese dall’animo umbro-marchigiano, è amministratore delegato del gruppo Galbani in Lussemburgo: fin qui, direte voi, nulla di incredibilmente strano, buffo cognome a parte. Se non fosse che nel visitare il suo ufficio, nel quale ci accoglie con estrema gentilezza, una maglia speciale ci spinge a curiosare: “Maldini 3” incorniciata di fronte a scatole di cereali, latticini e prodotti rigorosamente made in Italy. “Seguo il Milan in tv e ho sempre una parte d'Italia nel cuore: per noi avere il Milan qui è stato un evento - racconta - anche se la maggior parte degli italiani qui sono juventini. Vado spesso a trovare un amico a Torino in occasione di Juve-Milan e lui viene con me a Milano per Milan-Juve. Sono cinque anni che va male (ride, ndr), ma sono fiducioso”.

Spontaneo, sorridente, cercatissimo: tra una telefonata e l’altra, alla quale risponde rigorosamente in lussemburghese, ci racconta com’è nato l’amore per la sua squadra del cuore. “Ho iniziato a tifare il Milan quando era in Serie B, grazie a mio papà, tramandando la passione anche a mio figlio. Il ricordo più bello è quando vincemmo uno dei tanti scudetti negli anni ’90, andai a vedere la partita con il Brescia: giocava ancora ‘papà’ (Baresi, ndr) e anche in taxi gli autisti festeggiavano”. Idoli indiscussi, i capitani rossoneri, nonostante l’inedita sfida con l’F91 porti Massimo a vedere le cose con più equilibrio del previsto: “Per questa gara sarò tifoso neutro, sono nato a Dudelange. È sempre bello ospitare qui una squadra italiana, è un legame forte. La gara col Milan è un po' come Natale qui”. E Salciccia è stato tra i pochi privilegiati a godersela dal vivo, almeno in occasione del match d'andata, in compagnia del Granduca di Lussemburgo: “L’85% dei biglietti qui viene venduto fuori dal paese, tanti tifosi in città restano senza. E i prezzi non sono bassissimi…”. Regola che appare come sentenza in un mondo piccolo, ma grande per costi generali: ciò che costringe i prossimi protagonisti del nostro speciale, giunti quasi al capolinea dell'appuntamento con la storia in Europa League, a NON essere solamente calciatori.


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