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Data: 17/12/2018 -

Alla scoperta del Rapid Vienna, curiosità e segreti dell’avversario dell’Inter

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Inter e Vienna, solo dolci ricordi. Il primo, il più importante: Prater Stadon, 27 maggio del 1964, Mazzola e compagni vincono la prima Coppa Campioni della storia nerazzurra. Ed è subito leggenda: 3-1 al Real Madrid di Di Stefano e Puskas e l’ascesa della ‘Grande Inter’. Tempi andati, ma quando dici Vienna l’Inter non può far altro che sorridere. E’ successo anche oggi a Nyon, quando l’urna ha estratto il Rapid, squadra in crisi e abbordabile, di certo non un ostacolo insuperabile per la squadra di Spalletti. Sarà il secondo incrocio tra le due squadre, il primo risale alla stagione 1990/91, e porta in dote un altro trionfo. Doppio confronto nel primo turno di Coppa Uefa: sconfitta all’andata, rimonta al ritorno con doppietta di Berti e vittoria finale della competizione. Un motivo in più per sorridere per chi crede nei corsi e ricorsi storici.

Il Momento del Rapid

Una fotografia fresca fresca per capire il momento delicato del Rapid: nell’ultimo turno di campionato ha subito la sconfitta più pesante nella storia del derby di Vienna. Sei gol subiti dall’Austria e ottava posizione, a 28 punti di distanza dal Salisburgo capolista. Ma se in campionato la squadra allenata da Dietmar Kuhbauer ha pochi motivi per sorridere, è decisamente più incoraggiante il cammino europeo iniziato dai preliminari di Europa League. Dopo aver eliminato Slovan Bratislava e Steaua Bucarest si è piazzata al secondo posto nel Girone G con 10 punti, gli stessi del Villarreal.

Campione di Germania

Momento difficile abbiamo detto, eppure c’è stato un periodo in cui il Rapid Vienna vinceva anche in… Germania. Niente errori, solo una conseguenza storica. Il motivo è semplice: per un breve periodo, durante il regime nazista, il campionato austriaco venne annesso a quello tedesco, e la vincitrice dell’attuale Bundesliga veniva decisa attraverso una finale secca. Quella del 22 giugno 1941 con lo Schalke decretò proprio il Rapid campione di Germania. Vittoria storica e irripetibile: nessun’altra squadra austriaca, infatti, riuscì nell’impresa. E pensare che la finale vinta con lo Schalke stava per essere annullata da Hitler in persona, impegnato a lanciare un’offensiva contro l’Unione Sovietica.

Come gioca il Rapid Vienna?

Tanti giovani, poche stelle e un modulo fidato: Dietmar Kuhbauer finora si sempre affidato al 4-2-3-1, ma non è detto che decida di cambiare dopo i risultati negativi arrivati in campionato. Oltre per essere riuscito a riportare in prima divisione l’Admira Wacker nel 2012, Kuhbauer è tristemente noto in patria per la prematura scomparsa della compagna, rimasta vittima di un incidente fatale che spinse l’allenatore austriaco a cambiare aria e a trasferirsi in Spagna.

Attenzione al capocannoniere stagionale della squadra con 7 gol: Cristoph Knasmullner. Il nome vi dice qualcosa? Trequartista classe’92 con un passato nelle giovanili dell’Inter. Un’esperienza breve e poco felice, almeno a sentire le parole dello stesso Knasmuller di qualche tempo fa: “Il passaggio in nerazzurro fu un errore, ma ero giovane e inesperto”.

Altre curiosità: nella rosa del Rapid Vienna sono presenti Veton Berisha e Boli Bolingoli-Mbombo. Uno fratello del laziale Valon, e nonostante abbiano deciso di giocare per nazionali differenti (Valon per il Kosovo e Veton per la Norvegia) il loro rapporto è ottimo. Così come quello di Boli Bolingoli-Mbombo con i fratelli Lukaku (Romelu e Jordan), cugini dell’esterno del Rapid Vienna.



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