Venerdì sera Italia e Albania saranno di scena a Palermo per giocarsi punti importanti verso la qualificazione al mondiale di Russia. Una sfida emozionante per chi come Igli Tare in Albania ci è nato, ma che in Italia ci vive da diverso tempo. Sulla sfida del Barbera, si è espresso proprio il stesso direttore sportivo della Lazio, ai microfoni de Il Corriere Dello Sport, partendo dal forte senso di nazionalismo del proprio paese: "Storicamente siamo molto legati alla nostra terra, si sente l'appartenenza al Paese, ancora di più per quanti vivono fuori, all'estero. Questo aspetto si riflette anche su un campo di calcio, tutto è legato al nostro Paese, alla nostra cultura". Nonostante questo forte senso di attaccamento alla propria Nazione, Tare ha dovuto lasciare da molto giovane l'Albania per inseguire il suo sogno di diventare calciatore per andare in Germania, cosa che si è rivelata tutt'altro che facile: "Non potevo avere il visto, il nostro Paese era in fase di transizione tra il regime comunista e la democrazia. Ne ottenni uno per andare a Praga. in Repubblica Ceca, e varcai di notte il confine tedesco, passando nel bosco, con la neve che non finiva mai. Inseguivo il sogno di diventare calciatore professionista. E per riuscirci dovevo raggiungere due cugini che vivevano a Ludwigshafen". Un'Albania rinata calcisticamente soprattutto per la figura Gianni De Biasi, CT italiano che è riuscito a far qualificare la Nazionale ad Euro2016: "E'stato bravo come psicologo, ha conosciuto, capito e compreso l'orgoglio del popolo albanese. E' la nostra caratteristica principale e su questa ha creato un gruppo di talento, solido, molto legato in campo, dove tutti giocano uno per l'altro. Questo ha fatto la differenza determinando i risultati". Anche se, qualche difficoltà in più dopo l'europeo l'Albania ha cominciato a mostrarla: "Il passaggio da una fase di grande entusiasmo alla realtà quotidiana non è stato gestito molto bene. Dopo una partenza positiva con due vittorie sono arrivate le sconfitte con la Spagna e soprattutto con Israele in casa, dove non abbiamo giocato come eravamo abituati negli ultimi tre/quattro anni". E infine sul match in questione: "Mi manca una partita, ma me la godrò lo stesso dalla tribuna vedendo i nostri ragazzi, di cui sono molto fiero. Parlo di Strakosha, Ajeti e tutti gli altri. Venerdì andrò a Palermo per assistere alla partita e sarà un orgoglio".
Data: 21/03/2017 -