“Sarebbe bello festeggiare un gol correndo sotto la curva Fiesole piena di tifosi, ma temo che per diverso tempo non li avremo al nostro fianco”. Parole di Dusan Vlahovic, uno dei primi calciatori di Serie A a contrarre il Covid-19, che a inizio aprile ha sconfitto il virus, risultando negativo al tampone.
L’attaccante serbo classe 2000 si è raccontato sulle pagine de La Gazzetta dello Sport, partendo dal suo gol contro l’Inter dello scorso 15 dicembre.
“Il gol più importante e più bello l’ho segnato contro i nerazzurri. Era il 93’, ho mirato nell’angolo alto senza pensare ad Handanovic. La mia rete ha fruttato un punto contro l’Inter che era prima in classifica”.
Da una milanese all’altra, anche la partita con il Milan ha regalato grandi emozioni a Vlahovic, dal momento che ha potuto affrontare il suo idolo Zlatan Ibrahimovic.
“Al termine della partita gli ho chiesto la maglia e lui me l’ha data senza problemi. Un gesto da vero campione”.
Una sicurezza nei propri mezzi dimostrata sia in campo che fuori, con una risposta secca e decisa quando gli viene chiesto se ruberebbe qualcosa ad Haaland, attaccante norvegese del Borussia Dortmund che è da qualche mese sulla cresta dell’onda.
“Non ruberei nulla ad Haaland. Ho fiducia nei miei mezzi, se continuerò a lavorare e a migliorare sono convinto che potrò arrivare lontano”.
Arrivare lontano, ma sempre con una maglia color viola sulle spalle.
“Sono sempre convinto di legarmi ancora più a lungo alla Fiorentina, questa è la mia seconda casa. Mi hanno accolto e mi trattano come un figlio. Il mio sogno è di lasciare il segno a Firenze e, perché no, vincere qualcosa”.
L'intervista completa sulle pagine de La Gazzetta dello Sport