Un attimo che ti lascia senza fiato. “Via la pettorina, Sebastiano tocca a te”. Pochi secondi che sembrano eterni, il momento preciso in cui i sogni di un ragazzino classe 2002 diventano realtà. Le ultime indicazioni di Conte, il cinque di rito con Romelu Lukaku. Minuto 62 di un mercoledì sera che Sebastiano Esposito non dimenticherà mai. San Siro il palcoscenico da favola, l’adrenalina della Champions che scorre nelle vene di ogni anima presente all’interno dello stadio. Giocatori, allenatori, tifosi: nessuna differenza. Sebastiano Esposito entra in campo e inizia a fare avanti e indietro. Pressa chiunque, si fa vedere. 17 anni e 113 giorni, il secondo esordiente più giovane dell’Inter in Coppa Campioni e Champions League dopo Beppe Bergomi. Una leggenda nerazzurra. A lui, a Sebastiano, questo non sembra pesare per nulla. Anzi...
L’esordio in Europa League (in attesa ancora di giocare in Serie A) avvenuto un anno fa contro l’Eintracht Francoforte non può fare la differenza. Si tratta di personalità, tanta personalità, mista a quel filo di sana spensieratezza che c’è dentro ogni bambino che percepisce di star vivendo il suo sogno senza volersi più svegliare. Quello che da Castallemmare di Stabia lo ha portato a sfidare il Borussia Dortmund in un match fondamentale per il prosieguo in Champions dei nerazzurri. Conte ha bloccato la sua partenza destinazione Mondiale Under 17 dopo l’infortunio di Alexis Sanchez e, prima ancora, lo ha osservato da vicino durante tutta l’estate in precampionato. “Predestinato”, il giudizio che arriva dai muri di Appiano Gentile. Sentimenti che trovano conferma dopo pochi minuti. Numero 30 sulle spalle, Sebastiano Esposito corre palla al piede in velocità tra Weigl e Hummels. Che però non riescono a fermarlo, se non con un fallo. Rigore. San Siro esplode, lui pure. Esultanza a scaricare tutta l’adrenalina. Lautaro dagli 11 metri sbaglia, l’Inter poi raddoppia con Candreva e vince ugualmente. Lui dopo il triplice fischio sembra essere quasi incredulo. Esposito a quel punto torna a essere semplicemente Sebastiano, ragazzino timido e impaurito davanti ai microfoni di Sky Sport. Capello ironicamente gli dice che un 2002 a mezzanotte dovrebbe già essere a letto, Cambiasso lo “bacchetta” per un’esultanza pre-rigore che scaramanticamente non avrebbe dovuto fare. Lui asciuga con un tovagliolo il sudore, risponde quasi impaurito, ringrazia tutti e quasi scappa via.
Emozioni troppo forti da raccontare con le parole. Per fare l’abitudine a telecamere e giornalisti avrà tempo. Per ora, oltre ai tantissimi messaggi di complimenti ai quali ha risposto a uno a uno via WhatsApp, niente più. Nessun volo pindarico, né alcun festeggiamento particolare. Solo una notte dove sicuramente avrà faticato ad addormentarsi, quasi per paura di svegliarsi da quel sogno iniziato poche ore prime. Invece no, il suono della sveglia, il borsone pronto e subito allenamento al mattino con in mente già la prossima partita e un esordio in Serie A che ormai è solo questione di tempo. Tutto reale. Tutto meravigliosamente reale.
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