Paolo Maldini, Direttore dell’Area Tecnica del Milan, ha assicurato che il mercato “sicuramente non stravolgerà la squadra”. Lo ha fatto in un’intervista a Rai 2, in cui ha aggiunto che “sarà un mercato magari creativo, magari alla ricerca di qualche opportunità”.
Opportunità che, tuttavia, potrebbero non includere un vice-Ibrahimovic: “Noi abbiamo tante alternative. Sono Leao, Rebic, Colombo, ha giocato anche Daniel [Maldini], quindi abbiamo una serie di ragazzi giovani nei quali crediamo. Li abbiamo fatti giocare, abbiamo mantenuto la parola e siamo primi in classifica”.
Andando oltre il mercato, la leggenda rossonera ha raccontato che Ibra “affronta tutto molto di petto, quindi è arrabbiato perché era molto vicino al rientro. Però i problemi muscolari nell’era Covid sono una cosa che riguarda tutti. Tutti i giocatori che hanno avuto il Covid hanno anche sofferto infortuni, non solamente per la malattia, ma anche per gli impegni così ravvicinati”.
Maldini ha anche spiegato che questo Milan lo “rende felice per la maniera di giocare, la sua maniera di essere, il suo coraggio. Sono tutte cose cose che noi abbiamo chiesto ai nostri giocatori quando sono arrivati e a quelli che abbiamo trovato quando nell’agosto del 2018 ho accettato questo lavoro”.
“Il segreto è credere in quello che si fa, credere nei giocatori, aspettare i giocatori. Questa squadra aveva bisogno di ricostruire una base che con gli anni era cambiata e quindi non si riusciva a ripartire. Dopo 18 mesi si vedono i risultati”.
Il DT del Milan ha avuto parole d’elogio anche per il suo allenatore: “Credo che Pioli abbia tante caratteristiche da grande allenatore. C’è un rapporto molto aperto, ci diciamo tutto. Anche perché è l’unica maniera per riuscire ad avere dei risultati”
Paolo Maldini sa già cosa significhi giocare nella stessa squadra del padre e sta vivendo, all’inverso, la stessa esperienza col figlio Daniel. “Il rapporto è figlio di quello che abbiamo a casa. Lui è ancora a casa con noi, quindi lo vedo tutti i giorni. Qua ci salutiamo in maniera normalissima. È un po’ quello che succedeva quando io ero un giocatore con mio papà allenatore. Il calcio è uno sport molto democratico. Come lo è stato per me, lui è qua perché merita di essere qua”.