“Sono a Lugano, che è Svizzera, ma praticamente Italia. E anche qui la gente non esce di casa. Io sto bene, sono con mia moglie, senza vedere il calcio. Le giornate sono molto, molto lunghe”, spiega Fabio Capello in un’intervista ai microfoni di AS, parlando dell’impatto del Coronavirus in Italia (tutte le notizie dal mondo), che finora ha registrato 47.021 casi positivi e 4.032 morti: “Ma devo essere grato per il fatto che non ha colpito nessuno della mia famiglia. Sarà una situazione complicata in tutto il mondo”.
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La salute è la priorità, sottolinea l’ex allenatore friulano, che ha parlato anche della decisione della UEFA di rinviare Euro 2020 alla prossima estate, presentando poi una gamma di opzioni in modo che le competizioni possano finire in questa stagione in totale sicurezza: “Rinviare l’Europeo è una buona idea. Non si sa quando finirà tutto questo, bisogna spostare tutto al prossimo anno. Non si può neanche dire se si giocheranno i campionati, vedremo. Quello che è certo è che non si può giocare a calcio con quello che sta succedendo. Non sarà semplice. Io ho iniziato a giocare a calcio alla fine degli anni Cinquanta, dopo la seconda guerra mondiale, e non ho mai vissuto nulla del genere”.
Una pausa prolungata e senza possibilità di allenarsi. “Impossibile gestire una sosta del genere. Devi sperare che i tuoi giocatori siano professionisti, che si prendano cura di se stessi, che non ingrassino. Ma se continuano a mangiare come quando si allenano, meglio lasciar perdere. Per fortuna al giorno d’oggi non c’è una stella che non abbia un preparatore personale”.
Infine, l’ex allenatore di Milan, Roma e Juventus ha aggiunto qualche considerazione sul campionato spagnolo, dove ha lasciato una certa impronta guidando per ben due volte il Real Madrid. “Situazione blancos? Hanno bisogno di un leader. La squadra deve avere un punto di riferimento, qualcuno da seguire che trasmette il desiderio di vincere. Da commentatore tv dicevo sempre: ‘se vuoi battere il Real, devi fare almeno due gol’. E sapevo che Cristiano ne avrebbe fatto sicuramente almeno uno. Lo stesso anche per il Barcellona e Messi”.
E sul ritorno di Zidane: “Devi sempre correre rischi, è lì che si vedono i veri uomini. Gli auguro la miglior fortuna. Se la squadra ha bisogno di una ristrutturazione? È necessario farlo, ma con cura. Quella del Real Madrid o del Barça è una maglia pesante da indossare. E se non hai molta qualità, non puoi farlo, ti perdi. La stessa cosa è successa quando ero a Milano. C'erano giocatori che pensavano di essere bravi e poi... si sono persi".
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