“Rrahmani… chi?!”. A inizio giugno, quando il Verona - in gran segreto - lo stava trattando, non lo conosceva praticamente nessuno. "Difensore centrale, kosovaro, della Dinamo Zagabria. Come si pronuncia? Boh”. Informazioni basic e accento sbagliato per i più (la ‘h’ è aspirata, occhio!). Il 25 giugno, giorno del suo arrivo a Milano Malpensa, c’era solo l’addetto stampa gialloblu ad attenderlo agli arrivi.
“Direzione Verona”. Poco meno di due milioni alla Dinamo Zagabria, che prima di chiudere con l’Hellas aveva trovato un’intesa totale anche con lo Standard Liegi, e quattro anni di contratto al giocatore, giusto per far capire a tutti quanto il club ci credesse fin da subito. Decisivo il blitz del ds Tony D’Amico, 39 anni, al suo secondo anno da direttore sportivo in carriera, che prima ha scovato il ragazzo dal nulla e poi ha chiuso la trattativa. E che bella coppia che forma con il giovanissimo Kumbulla. I due, insieme, funzionano che è una meraviglia: fisicamente, tatticamente, di testa. Quando ‘Max’ ha un piccolo dubbio c’è Amir pronto a dargli il consiglio giusto. Anche perché, ricordiamolo, Rrahamni ha una buonissima esperienza internazionale tra Europa League (9 presenze) e Nazionale maggiore (quasi 30 partite, ieri capitano del Kosovo che ha sfiorato l'Europeo) con cui ha annullato anche attaccanti del livello di Harry Kane. Difensore moderno che non sa solo marcare e prenderle tutte di testa: è grosso ma anche veloce nei recuperi, tant’è che nella sfida contro la Sampdoria ha raggiunto i 34,73 km/h, risultando il giocatore più veloce del settimo turno di Serie A. Niente male. E non è un caso che oggi il Verona abbia la seconda difesa meno battuta del campionato - dopo la Juventus. Le risposte ci sono e arrivano da tutti gli elementi della squadra, centrocampo compreso, perché tutti lottano, tutti difendono, tutti credono di poter raggiungere l'obiettivo salvezza. Ma altre risposte, più dirette e colloquiali, sono cambiate con il tempo e le prestazioni. “Rrahmani?!”. Non chi. Ma “sì… davvero forte”.