Burbero di natura, nella vita come in panchina. “Nel caso farò la partita su di lui”. Nessuno ‘sconto’, guai solo a pensarlo. “Va marcato e trattato come qualsiasi altro giocatore”. Poi, piano piano, si scioglie. “Gli auguro di fare due gol, ma solo se il mio Vicenza ne farà tre”. Pochi istanti ancora, via la maschera. L’allenatore Bisoli lascia il posto a papà Pierpaolo: “Affrontare il proprio figlio nella categoria dove tu stesso alleni credo sia la cosa più bella che possa capitare ad un padre. Prima della gara lo abbraccerò e sarà un’emozione grandissima, ma che non durerà più di 35 secondi”. Attimi, appunto. Ma così intensi da prenotare un posto nell’eternità della famiglia Bisoli.
Brescia-Vicenza, Dimitri contro Pierpaolo, un martedì sera di Serie B davvero speciale. Uno seduto in panchina, l’altro con gli scarpini ai piedi. Gli stessi con i quali ha già impressionato in molti. Centrocampista moderno. “Dimitri si allena duro, sempre al 110%, ha il giusto atteggiamento, cura ogni dettaglio: ha tutto affinché in futuro possa giocare in categorie superiori”, parole di Cristian Brocchi. Genoa e Sampdoria prendono già appunti. Testa sulle spalle, futuro decisamente interessante e un modello da seguire ben chiaro nella mente: papà. “L’entusiasmo di un ragazzino, la fame di un leone e l’esperienza di chi questo campionato l’ha vinto più volte. In bocca al lupo Mister!”. Qualcosa in più di un semplice messaggio d’auguri.
Dimitri è social, normale per un ragazzo (classe 1994) della sua età, Pierpaolo un po’ meno. “Il mio mondo per 90’ è il Vicenza, il telefono lo lascio sempre sul pullman”. I due però comunicano eccome: “E’ un ottimo allenatore, ma soprattutto un grande padre”. L’allenatore Bisoli torna papà Pierpaolo: “E’ questa la soddisfazione più grande, del resto non me ne frega nulla”. Almeno fino a domani sera, ore 20:30, fischio d’inizio di Brescia-Vicenza. Padre contro figlio. Stessa voglia di vincere, stesso sangue su un campo da calcio. Una questione di famiglia che non durerà più di 35 secondi.