Bunker Lugano, il ritiro dell’Inter modello Fort Knox
Continua il nostro speciale sui ritiri. Stavolta parliamo dell’Inter, dove il nuovo corso di Antonio Conte è iniziato in uno stadio blindato e inaccessibile
Non si vede ma lo ascolti, puoi farlo da fuori, un martello senza pause. “Vai col pressing”. “Alza la difesa”.
Antonio Conte è un mistero, barriere di tre metri circondano il Cornaredo, siamo a Lugano ma sembra Fort Knox. È la nuova Inter. Allenamenti intensi, schemi segreti e nessuna eccezione, un bunker del pallone sorvegliato da cani da guardia e poliziotti svizzeri. I nerazzurri hanno preservato tattiche e novità nel ritiro di Lugano, a un’ora e mezza da Milano, oltre il Ponte Chiasso. Intuizioni e idee sono arrivate in un Canton Ticino mai così criptico.
Il nostro servizio
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'CONTISMO'
Sveglia alle 7, allenamenti alle 8, doppie sedute, una sola amichevole contro il Lugano per chiudere il ritiro (vinta 2-1 con un super gol di Sensi). Basta guardare i volti stanchi dei giocatori per capire le parole chiave del ‘contismo’: intensità, applicazione, rigore tattico.
Oltre Sensi, spazio a Barella, Lazaro e Godin, il metodo Conte scoperto a Lugano per la prima volta: "Con lui l'obiettivo è vincere". Sempre e comunque, anche in amichevole: contro United e Juve (ai rigori) sono arrivate due sconfitte in International Champions Cup, ma la mano di Antonio già si vede, ed è nata proprio dove siamo stati noi. In segreto e lontana da Milano.
Squadra corta, difesa alta, 'gegenpressing' alla Klopp. 3-5-2 classico e centrocampo di qualità, con Stefano Sensi già padrone del gioco. “Testa bassa e pedalare” è il motto di una carriera, la fame di vittorie è il biglietto da visita da presentare ai dirigenti. Così ha convinto Marotta: “Io conosco i suoi pregi e i suoi difetti, lui i miei”. Parola di Conte. Un binomio vincente nato a Torino e ricostruito a Milano, dopo aver percorso l'A4 lasciandosi alle spalle 3 Scudetti e 2 Supercoppe.
RITIRO BLINDATO
Lugano è il manifesto del relax, il lago accompagna la città e il Monte Salvatore la sorveglia dall’alto, mentre l’Inter si allena al Cornaredo. Una settimana di segretezza assoluta, anche se qualcuno ha cercato di eludere la sorveglianza a modo suo: alcuni fotografi locali sono saliti sui balconi delle case che danno sul campo per immortalare le sedute, portandosi teleobiettivi e fotocamere. La polizia, tuttavia, se n’è accorta subito e li ha invitati a scendere.
E i tifosi? Pochi, soprattutto svizzeri. Il primo giorno, fuori dai cancelli, ce n’erano due con maglie nerazzurre, Handanovic e D’Ambrosio. Cercavano un selfie con il ‘cap’ o un autografo del terzino, hanno trovato un pulmino dai vetri oscurati scortato da una moto della polizia.
Entusiasmo, quello sì, ma anche un po’ di delusione per le porte chiuse e l’impossibilità di vedere un pizzico della nuova Inter. Meglio ‘ascoltare’ quindi, basta andare fuori lo stadio e fare una passeggiata lungo il perimetro. Si sente solo Conte. E la sua nuova via costruita in segreto, lontano da tutti, modello Fort Knox.