Bove: “Noi atleti dobbiamo dare l’esempio positivo sfruttando la nostra visibilità”

Le parole del centrocampista della Fiorentina, Edoardo Bove, nel corso di un intervento al liceo Machiavelli di Firenze
Nella giornata di oggi, 25 febbraio, Edoardo Bove ha parlato agli studenti del liceo Machiavelli di Firenze insieme al nuotatore Lorenzo Zazzeri.
Il calciatore della Fiorentina ha parlato di quanto sia importante studiare e ha raccontato di quando ha preferito da bambino il calcio al tennis.
Bove si è anche soffermato sulle emozioni che si provano nei minuti prima di scendere in campo per una partita e su quanto sia importante dare l’esempio per un atleta.
Come prima cosa, però, il classe 2002 ha parlato di quanto la sua famiglia abbia dato importanza alla sua istruzione: “La cosa più importante che ha fatto la mia famiglia è stato permettermi di studiare. C’era anche una statistica che su 100 giovani calciatori solo 3 entravano nel professionismo, dalla C alla A, quindi sono numeri che fanno capire che uno deve crearsi un’altra strada. Bisogna essere preparato ad un piano B perché se tutto non va come deve andare rischi di trovarti senza alternativa“.
Fiorentina, le parole di Edoardo Bove
Bove ha raccontato di quanto crescendo ha preferito il calcio al tennis: “Io facevo calcio e tennis, da bambino anche a nuoto. A un certo momento ho dovuto scegliere e ho scelto il calcio. Era la mia passione, mi svegliavo ogni giorno con la voglia di andare ad allenarmi. Ho sempre pensato che avrei smesso solo nel momento in cui non mi fossi più svegliato con quella voglia“.
Il classe 2002 ha spiegato anche quali emozioni si provano nei minuti precedenti a una partita: “Quell’attesa carica di tensione e aspettative prima di scendere in campo ricorda quella prima di un compito in classe o di un interrogazione la scuola. L’università ti prepara e ti forma migliorandoti anche come atleta. Non conta solo il campo“.

“La nostra esposizione può veicolare messaggi importanti”: le parole di Bove
Bove ha concluso parlando di tutto ciò che sta facendo negli ultimi mesi: “Dopo quello che è successo sto affrontando un percorso perché la visibilità cambia, anche se sono stato a Sanremo. Sono una persona molto riservata ma capisco che noi atleti dobbiamo dare l’esempio positivo sfruttando la nostra visibilità pubblica. Se viene usata nel modo giusto sono favorevole ad averla, questa nostra esposizione può veicolare messaggi importanti. Sento la responsabilità di ciò che comunico al pubblico e cerco di essere vicino alle persone condividendo la mia esperienza vissuta in determinati momenti“.
“Per quanto riguarda la mia vita privata cerco di discostarla totalmente ma non è facile. Quando sono stato in ospedale, ho ricevuto molte visite da parte dei giornalisti ed è stato molto pesante. Non per me che sono abituato alle pressioni e ai media quanto per alcuni dei miei familiari non è stato semplice gestire quella situazione. Sono curioso e mi piace farmi i cavoli degli altri mentre di mio sono molto riservato“: ha concluso il classe 2002.