De Zerbi: “Posso stare al Sassuolo alla Juve o al Real. Ma a modo mio”.
Nella lunga intervista concessa al Corriere dello Sport l’allenatore del Sassuolo De Zerbi ha toccato tutti gli argomenti a lui più cari, ripercorrendo momenti della sua carriera da calciatore ed allenatore, partendo però da un punto fisso; il presente: “Qui a Sassuolo sono a mio agio, nel mio habitat. Faccio il lavoro che amo e lo faccio come voglio io. Sono tranquillo nella non tranquillità, perchè faccio bene quando sono stressato, quando sono posseduto”.
De Zerbi spiega la mentalità che vuole che i suoi giocatori acquisiscano e che cerca di infondere a tutta la squadra, attraverso il lavoro e il coraggio delle idee: “Tanti allenatori vivono solo per il risultato, io no. Se dovessi dare tutto quello che do solo per il risultato sarei un coglione. Piuttosto mi fa impazzire vedere una mia squadra in campo non organizzata e non motivata. Io lavoro a tempo pieno sui rapporti, sulla testa dei miei giocatori, su come migliorare sempre. Alla ricerca del dettaglio”.
L’ex allenatore di Benevento e Palermo tra le altre ripercorre la sua vita da calciatore, che non lo ha mai visto fare il definitivo salto di qualità per diventare un campione affermato: “Come calciatore ho avuto quello che meritavo, probabilmente non avevo le qualità per fare di più. Quando riuscivo ero super, quando non riuscivo mi giravano le palle e mi inabissavo. Ero un fantasista con la testa da incontrista, ero strano nel rapporto con gli allenatori o li amavo e mi buttavo nel fuoco per loro, come per Marino o Mandorlini, o andavo allo scontro”.
E su alcune scelte sbagliate della sua carriera da allenatore, una su tutti non riesce proprio a dimenticare: “Foggia era la mia piazza ideale. Ci ho passato 5 anni tra calciatore e allenatore. Lo Zaccheria pieno è come intendo io il calcio. Passione pura. Perso lo spareggio per la B potevo andare in A con il Crotone, ma scelsi di restare, non potevo lasciare i miei compagni di viaggio in C per andarmene in A. Arrivai allo scontro con la dirigenza e mi hanno mandato via prima che iniziasse il campionato. Tornassi indietro non rimarrei”.
De Zerbi è un idealista, determinato e sicuro delle proprie capacità di gestione: “Posso stare in qualsiasi mondo, Sassuolo, Juventus o Real Madrid. Ma a modo mio. Io so stare nelle regole, non sono un anarchico, ma le regole le devo determinare io”.
C’è tempo anche per una considerazione sul nome noto che da sempre viene accostato alla sua visione del gioco del calcio: “Ringrazio Guardiola che mi ha elogiato pubblicamente e da un lato mi fa piacere che si paragoni il mio calcio al suo. Ma io vivo sempre come uno che da qui a due settimane potrebbe essere esonerato. Non mi sento arrivato, resto un uomo in trincea, mi faccio sempre mille domande”.
Infine sul giocatore che vorrebbe allenare, De Zerbi non ha dubbi: “Verratti sicuramente. Ne ho uno simile in squadra: Sensi. Giocatori che hanno il coraggio delle idee, sanno come inventare calcio e uscire dalle situazioni complicate”.