Prima Firenze, Poi Roma e infine Milano (sponda Inter). L'Italia ha accolto Batistuta poco più che ventenne, per poi salutarlo quando di anni ne aveva 34. La sua seconda casa insomma, dove ha vissuto emozioni forti e ricordi indelebili. Quagliarella e Ronaldo – anche se con una partita di riposo nel mezzo – hanno raggiunto il suo record di undici match consecutivi in cui è andato a segno (stagione 1994-95), motivo per cui il suo nome è sempre di grande attualità.
"Voglio inviare il mio amore e la mia solidarietà alle persone colpite dal Coronavirus in tutto il mondo, augurando loro una pronta guarigione – ha scritto sul proprio profilo Instagram – un abbraccio speciale a tutti gli italiani, tre dei miei quattro figli sono nati lì, insieme alla mia famiglia abbiamo vissuto in Italia per dodici anni, abbiamo coltivato amicizie e affetti che oggi soffrono di questa pandemia. Il mio sostegno ai colleghi Germán Pezzella, capitano della Fiorentina, Patrick Cutrone e al fisioterapista, Stefano Dainelli. Spero di vederli presto personalmente".
Il tutto accompagnato di una foto che lo ritrae a Firenze, dove torna spesso. Lo ha fatto per ricevere la Cittadinanza Onoraria e per la festa dei suoi 50 anni. Lo ha fatto anche in occasione della proiezione di "El numero nueve", il suo docu-film. Batistuta e l'Italia, un legame indissolubile. Anche, e soprattutto, nelle difficoltà.
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