Cannavaro-Al Nassr, i motivi dell’addio: i retroscena
Fabio Cannavaro saluta l’Arabia Saudita dopo appena quattro mesi. La sconfitta per 4 a 3 di ieri, contro il Najran SC, è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. L’Al-Nassr si trova adesso a 22 punti, distante ben 18 lunghezze dall’Al-Hillal, che guida con 40 punti. Si parla di “risoluzione consensuale” alcuni parlano addirittura di “esonero”. Niente di più sbagliato. E’ una scelta di Fabio. Nell’immaginario collettivo si pensa al calcio in Arabia Saudita come un mondo lussuoso, fatto di squadre con fondi illimitati. Ma non è tutto oro quello che luccica. Ora lo sa bene Cannavaro, che pur di assecondare la sua passione per il calcio ha accettato di allenare a Riyad. Troppa la voglia di fare esperienza in panchina, di ricominciare la “gavetta” dopo l’avventura con il Guangzhou Evergrande.
L’Al-Nassr gli da la grande opportunità di allenare nella Professional League e vista la precedente esperienza con l’Al-Ahli l’eroe di Germania 2006 non ci mette molto a convincersi. In squadra diverse stelle straniere, come il polacco Adrian Mierzejewsi, Youness Mokhtar, olandese di origini marocchine, o l’uruguaiano Fabiàn Estoyanoff. Il club è abituato a vincere ed è campione uscente. Insomma, ci sono tutti i presupposti per l’ex capitano azzurro per accettare, nonostante tante complicazioni “logistiche”. Non semplice vivere in compound, un parco chiuso riservato agli stranieri, allenarsi facendo continue pause per le preghiere e con tutti le altre difficoltà dovute alla lingua, al clima, alle regole. Ma questo è niente…
Si parlava di infortuni e di qualche difficoltà. Ciò che non è stato mai detto è che alcuni giocatori dell’Al-Nassr non percepiscono lo stipendio da circa un anno, che alcune delle stelle sopra citate hanno fatto le valigie e che le preoccupazioni extracalcistiche impedivano di preparare al meglio le partite e gli allenamenti. In sintesi, grosse difficoltà economiche, quasi una beffa. Clima impossibile anche per il paziente Cannavaro che per il bene del suo staff ha resistito, fino a ieri notte. Poi la decisione, sofferta, di lasciare. Tante, troppe le promesse non mantenute, e nonostante la volontà dei dirigenti di trattenerlo, Cannavaro ha detto basta. La dignità non ha prezzo.