Bonucci: “L’addio di Marotta mi lascia un vuoto. Mio figlio non deve vivere nella mia ombra”
La Juve più forte, l’addio di Marotta e la passione del figlio Lorenzo per il Torino: Bonucci ha trasformato i fischi in applausi e racconta la sua seconda vita in bianconero
I fischi si sono trasformati in applausi, nel giro di poche settimane. Leonardo Bonucci si sta riprendendo la Juventus e i suoi tifosi: “Ho sempre avuto il massimo rispetto dei tifosi. Ovvio, il passato non si può cancellare. Ma in bianconero do qualcosa in più – Queste le parole del difensore dopo la vittoria con lo Young Boys riportare dal Corriere di Torino di oggi – Spero un giorno di sentire la curva invocare il mio nome, come succedeva in passato”.
Ha lasciato una Juve dominatrice, l’ha ritrovata ancora più forte un anno dopo: “E’ la Juve più forte in cui ho giocato ed è quella con il miglior carattere – ha continuato Bonucci -. È cambiata la mentalità nell’approccio alle partite che, almeno sulla carta, sembrano più facili. Abbiamo maggiore determinazione, cattiveria e fame. È un ulteriore step nel nostro percorso di crescita”.
Una Juve fortissima e con ulteriori margini di miglioramento: “La stagione è ancora lunga, ci saranno tanti momenti difficili. Adesso sembra tutto semplice, ma il nostro cammino non sarà sempre così. Ci attende un mese di dicembre importante. Dovremo farci trovare pronti fisicamente e mentalmente. Mettiamo più fieno possibile in cascina per gestire al meglio la seconda parte di stagione, perché tra marzo e aprile ci giocheremo tutto.
Cosa cambia dopo l’addio di Marotta? Per quanto mi riguarda, il suo addio mi lascia sicuramente un vuoto. Chi ha preso la decisione avrà certamente avuto le sue ragioni. Posso soltanto augurarmi che in futuro il direttore trovi una posizione che lo gratifichi.
Mio figlio al Torino? Come sapete, Lorenzo è tifoso del “Gallo” Belotti e simpatizza per il Toro. Alla fine della scorsa stagione aveva fatto una prova al Torino, e la cosa gli era piaciuta. Avendo compiuto sei anni, c’era la possibilità di iscriverlo alla scuola calcio. Non vedo alcun tipo di problema in una scelta del genere. L’importante è che lui si diverta. E che non soffra più di tanto l’ombra del padre”.