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Data: 21/02/2017 -

Pecini, il talent scout si racconta: "Schick? Visto e preso. Alla Samp portai anche Icardi e Zaza..."

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Schick, Linetty, Praet, Djuricic, Beresziynski... : la Samp dei talenti. Non solo Carlo Osti perché parte dei meriti vanno al capo-scouting Riccardo Pecini. Cognome già conosciuto tra gli osservatori, Riccardo è figlio di Aldo, osservatore che in passato ha lavorato per club come Manchester City, Zenit, Inter e Fiorentina. Mestiere imparato in famiglia:

"Evidentemente abbiamo nel Dna di famiglia la predisposizione a individuare giocatori giovani di spessore" - si legge nelle pagine di Tuttosport - "Quand’ero piccolo già seguivo mio papà, mi portava in giro per gli stadi a vedere partite. Naturale che con il tempo sviluppassi l’interesse per questo tipo di attività. Ho provato la carriera da calciatore, ma i risultati sono stati pessimi. Sono arrivato in C1,il mio mestiere, l’ho capito ben presto, era un altro... Intanto bisogna capire il contesto in cui si deve operare. Tanto per capirci: un conto è lavorare nel Manchester United e un conto qui alla Samp. Sono due mondi completamente diversi sotto tutti i profili: disponibilità economica, obiettivi... Una volta realizzato dove sei e il progetto che la società intende perseguire, si opera di conseguenza. Di base, un club come il nostro cerca la prospettiva, ossia la costruzione di una squadra composta per lo più da giovani che possano crescere e garantire un futuro sportivo importante e anche economico".

Struttura radicata: "Noi abbiamo un gruppo di osservatori ben strutturato. Si parte con quattro, diciamo titolari, che si occupano di elementi utili per la prima squadra poi ci sono altri nostri uomini che lavorano per il settore giovanile e ognuno ha la sua zona di competenza. Sono tutti capire che uomo ci mettiamo in casa. Una volta che ci siamo resi conto della persona e dell’eventuale compatibilità al progetto si passa alla fase successiva. Io e Osti decidiamo per il tentativo d’acquisto e ci rivolgiamo al presidente Ferrero e all’avvocato Romei per avere il via libera. Al Monaco feci firmare Falcao il 10 febbraio e i media lo scoprirono il 10 luglio... Alla Samp Icardi, Zaza, Falcone preso a 14 anni, e lo stesso Ivan. Al Monaco portai Kondogbia. E in questi ultimi anni alla Samp abbiamo anche fatto un lavoro a lungo termine: alcune promesse sono già nostre tra cui Palumbo, Capezzi, Rocca, Bonazzoli e lo stesso Torreira preso e lasciato per un anno al Pescara e ora qui con noi. Sono tutti investimenti che torneranno utili alla causa".

Una qualità per ogni talento della Samp: "L’affidabilità. Come quella di Skriniar, per fare un esempio. Di Linetty mi impressiona l’intelligenza. Praet, talento vero, rispetto ad altri suoi compagni ha dovuto sostenere un percorso diverso. Il tecnico gli sta insegnando come muoversi in un contesto diverso da quello a cui era abituato e un altro ruolo. Ma possiede grandi quali. Schick? Visto, conosciuto e decisione unanime immediata: deve venire da noi. Siamo riusciti a convincerlo della bontà del nostro progetto e grazie al sacrificio economico della società l’abbiamo preso. Non è stato facile assicurarcelo, c’era molta concorrenza, anche di società importanti. Simic ha ottime potenzialità ma deve seguire lo stesso percorso di Skriniar. Bereszinsky è un grande atleta con spazi di miglioramento sotto il profilo tattico. Siamo già soddisfatti di lui. Stiamo battendo l’Europa, ma stiamo lavoriamo molto con il Sud America, abbiamo un bravissimo scout residente lì e inoltre abbiamo iniziato a operare anche in Africa. Proprio L’Africa diventerà un bacino importante per i migliori club. Ci sono tanti giovani in rampa di lancio, ma... meglio non fare nomi".

Progetto a lungo termine: "La strategia della Samp mi pare chiara: dare continuità a questo gruppo di lavoro e se possibile implementarlo. Per esempio, lavoriamo molto anche sulla Primavera, alcuni ragazzi già si allenano con Giampaolo. Per me Ivan è stato l’esempio perfetto di come deve lavorare un settore giovanile. Ha funzionato tutto affinché David arrivasse a competere in prima squadra. Icardi? Quello fu diverso, perché si trattava di un giocatore molto pronto che aveva soltanto bisogno di una vetrina per fare il definitivo salto di qualità". I giovani italiani sono pronti come quelli stranieri? "Il nostro sistema porta a pressioni inerenti al risultato che incidono in maniera pesante sulla mentalità dei ragazzi. E la mentalità fa la differenza. Ma, ricordo, è molto facile vedere i pregi degli altri e i difetti dei nostri. Anche nel nostro Paese, come stanno dimostrando le ultime vicende del campionato, stanno maturando giovani di grande spessore".



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