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Data: 28/09/2017 -

Leali torna all'Olimpico da "belga": "Qui un altro calcio. Basta prestiti, voglio costruire qualcosa a lungo termine"

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Ritornare in Italia? Sì, ma solo per 90 minuti. In futuro, poi, chissà: le vie del calciomercato potrebbero portare ovunque. Per ora, quelle dell’Europa League fanno capolinea a Roma, contro la Lazio di Simone Inzaghi. A difendere la porta dello Zulte, ci penserà Nicola Leali, di proprietà della Juventus e in Belgio per crescere ancora. “Qui il calcio è diverso, è vissuto come uno spettacolo”, assicura in esclusiva ai microfoni di Gianlucadimarzio.com. Meno pressioni e tanto affetto dai tifosi: “La gente viene allo stadio per tifare: se vinci si festeggia con i tifosi, si va sotto la curva a cantare insieme. Se perdi, invece, loro capisco che anche tu sei arrabbiato per la sconfitta. E’ una pressione diversa, vivi il calcio in maniera genuina, come deve essere. Si è sempre spinti a raggiungere grandi risultati, ma compresi se le cose vanno male”. Per fortuna, di male va ben poco. L’unica difficoltà? “Gli orari… troppo diversi dai nostri! Però io sono uno che si adatta facilmente”. Per la lingua, invece, meglio andare sul sicuro: “Niente belga! Come ho fatto anche in Grecia, con i compagni parlo in inglese.

Nicola sorride, così come la classifica dello Zulte: “Siamo quarti, anche se il campionato è ancora lungo. Il nostro obiettivo è di arrivare tra i primi sei al momento dei playoff, poi vedremo se si potrà raggiungere qualcosa di importante”. Con il desiderio che è quello di passare un girone – assicura Leali – da Champions”: Beh, speriamo di migliorare il nostro cammino in Europa League. Il sogno nel cassetto è quello di arrivare ai sedicesimi. Magari proprio insieme alla Lazio…”. Giovedì, avversari: “La Lazio è una squadra importante, che sta raggiungendo grandi risultati. Servirà una grande partita”. Soprattutto per fermare quell’Immobile lì davanti: “In questo periodo sta facendo molto bene, è sicuramente uno dei terminali d’attacco più bravi della competizione”. Magari ci penserà lui stesso ad indicare alla propria linea difensiva come contenere la fame di gol del 17 capitolino. Ricordando quell’Europeo Under 21 del 2013 vissuto proprio accanto a Ciro: “Certo che lo ricordo, segnò in finale. Poi purtroppo perdemmo contro una Spagna che, purtroppo, era anche più forte di noi”. Tra gli azzurrini, comunque, firme importanti. Da Verratti a Florenzi, passando per Insigne: “Tutti loro stanno facendo ottime cose, già in quell’occasione si capì che erano grandi giocatori. Quell’Europeo lì ha fatto aprire gli occhi un po’ a chiunque, era una squadra piena di talenti”.

Non solo il secondo posto con l’Italia, però. Nel palmares di Leali c’è anche e soprattutto lo scudetto conquistato lo scorso anno. Campione di Grecia insieme all’Olympiakos e… a Cambiasso: “Vincere è sempre bello. E’ stato il mio primo campionato, per loro il settimo consecutivo: un traguardo importante da quelle parti. Pensate che la Curva si chiama Gate Seven… Cambiasso? Parliamo di un grande giocatore e professionista. Solo vedendolo si capiva perché in carriera ha vinto così tanto. E’ un grande conoscitore di calcio”. Per questo, l’ex Frosinone non si stupisce di vederlo con il patentino di allenatore in mano: “Ci sta che sia diventato allenatore. Era la sua via, sono davvero contento per lui. Gli faccio i complimenti, sperando che presto possa allenare una squadra”.

Salto indietro nel tempo, sguardo rivolto verso l’Italia. Ah, la Juventus.Prima di firmare con la Juve avevo fatto le mie esperienze, stavo facendo campionati importanti. Poi è arrivata la proposta di una grande squadra come quella bianconera, penso sia stato giusto accettarla”, ammette Leali. A Vinovo, tanto duro lavoro e maestri d’eccezione. A partire dal numero uno: “Che fortuna allenarsi con Buffon. Ho fatto due ritiri con lui, compreso quello di questa estate. Lo ammiri anche solo guardando i suoi atteggiamenti. È molto carismatico e positivo, poi dà sempre il 100%. Hai tanto da imparare solo guardandolo”. O ascoltando i consigli di Antonio Conte: “Ho un buon ricordo degli allenamenti con il mister. Si vedeva già che era un grande allenatore, aveva vinto subito al primo anno con la Juve. E’ uno che vuole sempre il massimo dai suoi giocatori”. Album dei ricordi chiuso, testa di nuovo al presente. Impossibile, analizzando i top player della Juventus, non applaudire Dybala: “Ci avevo giocato contro in Serie B quando stavo con lo Spezia. Ha avuto sempre una crescita costante ed ora è arrivato a grandissimi livelli: ha dimostrato di saper apprendere tutti gli insegnamenti utili ed ora è determinante per la Juventus”.

Chissà, da giugno potrebbe affrontarlo di nuovo. “Vedremo…”. Leali non si sbilancia, non parlare di un possibile ritorno Italia, però, è praticamente impossibile: “Sono contento dell’esperienza che sto facendo, poi dipende da quale chiamata arrivasse. L’Italia è casa mia, mi manca sicuramente ma ora sto bene dove sono”. La stagione è ancora lunga, il calciomercato lontano. “Però mi piacerebbe stare in una squadra per costruire qualcosa di più lungo a livello calcistico. Negli ultimi anni sono sempre andato in prestito, ricominciare ad inizio anno non è mai facile”. Pretesa legittima, richiesta ragionevole. Con un’unica precisazione da fare prima dei saluti: “Questa è la mia seconda esperienza all’estero: personalmente e a livello di vita, lasciare l’Italia mi sta insegnando molto”.



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