L'addio al calcio giocato non è una cosa per giovani. O almeno, non sempre. Ci sono alcuni casi in cui il ritiro dall'attività è stato davvero prematuro. Un epilogo, tante motivazioni: da un infortunio a problemi di salute, dalla musica alla religione. Una carriera terminata presto, più del previsto, conclusa anche con un "perché il calcio è solo un business" oppure "adesso mi dedico alla mia famiglia". Ci sono storie con il calcio che finiscono per i motivi più disparati. Addio al calcio, a un sogno, come è stato per Filippo Cardelli che ai nostri microfoni ha raccontato cosa lo ha spinto a cambiare vita e dedicarsi allo studio, o come per Riccardo Perpetuini che al pallone ha scelto la poltrona da dentista.
Ecco alcuni giocatori, under30, che hanno lasciato il calcio prima del previsto (e le loro ragioni):
ANTHONY VANDEN BORRE
Ventinove anni. Calcio, addio. Il belga ha deciso di appendere gli scarpini al chiodo. Ex Fiorentina e Genoa, attualmente di proprietà dell'Anderlecht ma in prestito al Montpellier, non giocava dallo scorso novembre. E presto, lo ha confermato il portale Nieuwsblad, rescinderà il suo contratto col club francese perché la decisione ormai è presa. Il motivo? Avrebbe cercato di ritornare all'Anderlecht o comunque di cambiare club, con la speranza di giocare di più. Non avendo però richieste e non sapendo dove andare, adesso preferisce dire basta al calcio e ritrovare prima di tutto la 'pace'.
ALVARO DOMINGUEZ
"Nessuno vorrebbe rimanere invalido a 27 anni". Cosa rispondere? Niente, soltanto prendere atto della decisione di Alvaro Dominguez che alla fine di una serie di infortuni ha scelto di lasciare il calcio con un video in cui ha salutato i suoi tifosi.
DAVID ODONKOR
Veloce. In campo e nel chiudere la sua carriera. A 29 anni Odonkor ha
detto basta. “Devo pensare alla mia famiglia, quindi ho deciso di
fermarmi. Non posso lamentarmi della mia carriera”. Una semifinale
mondiale nel 2006 con la Germania (padre ghanese ma madre tedesca), ma
lo scatto non era più quello di un tempo. Complice anche qualche
guaio muscolare. E adesso? la domanda al momento dell'addio. "Farò sicuramente l'allenatore”, la risposta.
DAVID BENTLEY
Scarpini al chiodo a 29 anni. Ma perché? Se lo sono chiesto in tanti
quando è iniziata a circolare la decisione di Bentley di lasciare il
calcio. “Mi sono disinnamorato di questo gioco. E' robotico, noioso
e tutto calcolato”, la sua motivazione. Tutta colpa “dell'arrivo
di una pioggia di soldi” secondo l'inglese, erede di David Beckham…
solo annunciato.
JUAN ANTONIO
“Basta, mi do alla musica!”. E' più o meno quello che ha detto
Juan Antonio, quando a 27 anni ha deciso di lasciare il pallone per
dedicarsi alla sua passione. “Anche due accordi e un microfono
possono bastare per essere felici”, la convinzione dell'argentino
ex Samp, Brescia, FeralpiSalò, che l'ultimo dribbling l'ha fatto
proprio al calcio. E musica sia.
LEONARDO PETTINARI
Questo invece è un caso in cui l'addio al calcio non è stato
voluto. Pettinari, ex centrocampista dell'Atalanta, a 27 anni ha
scoperto di avere dei problemi cardiaci. Troppo pericolosa l'attività
agonistica, tutto per quella cicatrice sul ventricolo sinistro. Il
dispiacere di non poter più giocare però poi ha lasciato spazio
alla consapevolezza che così, lontano dai campi, non ha più corso
seri pericoli.
WENDELL LIRA
Vinci il Puskas Award e poi? Lasci il calcio. Non sembra una
conseguenza scontata, anzi, ma Wendell Lira è un'eccezione.
Conquistato l'ambito premio non ci ha pensato due volte: è diventato
uno YouTuber. Dal campo al web per lui il passo è stato breve ed ora
è questa la sua attività, anche redditizia: “Guadagno più di
quando facevo il calciatore”. Via il pallone, ecco la telecamera.
FELIPE SODINHA
Ricordate Sodinha? Calciatore massiccio, con un fisico che non passava inosservato. E che tormento quei chili di troppo. Brasiliano, la sua parentesi più duratura in Italia è stata quella al Brescia, poi il passaggio a Trapani e qui l'addio. Il ginocchio che non gli dava tregua, il motivo, ma non solo: “Nella mia vita ho dovuto affrontare cose che non auguro a nessuno, le critiche che ho ricevuto diverse volte da persone che non hanno la minima idea della sofferenza che ho avuto, mi hanno ferito in un primo momento ma mi hanno fatto diventare più forte. Non è bastato".
DEAN ASHTON
Un
ritiro forzato, costretto a lasciare a calcio in seguito ad un
infortunio dal quale non ha più recuperato. Così Dean Ashton a 26
anni ha dovuto chiudere la sua carriera. Era il 2006 quando si è
infortunato alla caviglia in uno scontro di gioco con Shaun
Wright-Phillips
durante un allenamento con la nazionale inglese. Non sono bastate né
le operazioni né la fisioterapia per farlo tornare come prima. Vita
cambiata, carriera interrotta. “Mi chiedo sempre come sarebbe
continuata senza quell'infortunio – ha raccontato al Telegraph anni
fa -, ma sono comunque grato per ciò che ho raggiunto”.
MARCELL JANSEN
'O l'Amburgo o niente'. E 'niente' fu. Marcell Jansen, a 29 anni, ha lasciato il calcio per… troppo amore. Sì, perché lui, tifoso da sempre dell'Amburgo, quando ha saputo che il suo club non gli avrebbe rinnovato il contratto (dopo 7 stagioni insieme) ha preferito smettere piuttosto che cambiare maglia. “Ho ricevuto diverse offerte vantaggiose ma io voglio continuare a vivere qui, nella città che amo. Non posso baciare lo stemma di un'altra maglia o vestire altri colori. Amo l'Amburgo e sono troppo tifoso di questa squadra”.
RUBEN DE LA RED
“Anche
se ho problemi con il cuore, resterò sempre a Madrid”. Alla fine
Ruben De la Red ha ceduto ed ascoltato i consigli dei medici.
Costretto al ritiro perché il cuore non andava come doveva. Nel 2008
era anche collassato in campo durante una partita di Copa del Rey tra
il suo Real e la Real Union Club. Da allora tanti test intensivi e
un'unica soluzione: smettere. Addio al calcio sì, ma non a Madrid.
JEREMY HELAN
Helan
ha lasciato il calcio a 24 anni. Il motivo? La religione, una parte
fondamentale per
la vita di questo ormai ex giocatore,
musulmano praticante. Una decisione, questa, che in Francia ha fatto
discutere. Non proprio una scelta popolare insomma ma rispettata
dallo Sheffield
Wednesday, club col quale ha poi rescisso il suo contratto.
FELICE NATALINO
A 16 anni l'inizio della sua storia con l'Inter, poi l'esordio in Serie A a 18 grazie a Benitez. Una giovane promessa nerazzurra, fermata però dal suo cuore: un'aritmia cardiaca l'ha costretto a lasciare il calcio giocato ma non l'Inter. E' diventato osservatore del settore giovanile nerazzurro e considera Ausilio 'un secondo padre'. Il club dunque non l'ha lasciato solo e Natalino è stato sicuro fin da subito: “Non ho più il calcio, ma ho la vita”.
SEBASTIAN DEISLER
L'hanno
definito 'il giocatore di cristallo'. Prezioso e fragile allo stesso
tempo. Deisler ha subito cinque operazioni al ginocchio in 8 anni,
poi a 27 anni è arrivato il momento di ritirarsi. Il fisico sì, ma
non solo, perché aveva attraversato anche una fase depressiva.
Questione di 'predisposizione', hanno detto. Fatto sta che poi è
arrivato l'addio, presto, troppo, per chi veniva considerato il
'futuro del calcio tedesco': “Dopo
aver fatto appena dieci presenze in Bundesliga hanno cominciato a
dire che ero il nuovo Messia del nostro calcio. Che stupidaggine!”,
commentava così quelle voci un giovane Deisler.