Vignato, Rijeka (IMAGO)
“Non ne fanno più 10 come lui”. Il ds del Rijeka ci racconta tutti i retroscena del trasferimento di Samuele Vignato nel club croato.
Dopo aver conquistato il campionato croato nella scorsa stagione, il Rijeka continua a rappresentare una delle realtà più virtuose del panorama balcanico. Un club capace non solo di vincere, ma soprattutto di costruire valore, grazie a una filosofia raccontataci dal direttore sportivo Antonini Čulina, basata su scouting, sviluppo dei giovani e sostenibilità. Un modello che negli ultimi anni ha permesso al Rijeka in primis di imporsi in patria, e soprattutto di lanciare numerosi talenti poi affermatisi all’estero, nei top campionati europei.
Un percorso chiaro, portato avanti sotto la presidenza di Damir Mišković e guidato sul piano sportivo da una struttura dirigenziale solida e coerente. In questo contesto si inserisce il lavoro di Antonini Čulina, vice direttore sportivo del club croato ed ex head of scouting, figura centrale nello sviluppo del progetto tecnico, sempre nel rispetto e in stretta collaborazione con il direttore Darko Raić-Sudar, con cui condivide da anni un rapporto di fiducia e amicizia.
Dai giocatori già affermati a quelli “in rampa di lancio”, il Rijeka continua a investire su profili giovani e di prospettiva: da Ante Orec ai classe 2006 e 2007 come Butic, Kitin, Thaqi e Alasana Samateh, fino ai talenti valorizzati e ceduti negli ultimi anni come Ivanovic, Pasalic, Smolcic, Frigan, Hodza, Danilo Veiga, oggi protagonisti all’estero. Un segnale evidente di come il club sappia preparare i propri calciatori per compiere lo step successivo.
Ed è proprio in questo contesto che si inserisce l’arrivo in estate di Samuele Vignato, trequartista ex Monza e Chievo. Rimasto svincolato dopo la retrocessione dei biancorossi in Serie B, il ds Antonini Čulina non ci ha pensato su due volte prima di portarlo a Fiume.
Proprio quest’ultimo se lo coccola, raccontando in primis il suo arrivo: “Lui e il suo procuratore sono stati molto bravi: non hanno chiesto soldi in giro, ma soltanto un club che potesse rappresentare un progetto, dove Samuele potesse avere spazio per giocare e crescere come calciatore. Tutti abbiamo fatto un grande lavoro”.
Che il Rijeka da anni accudisca, prima che investa sui giovani, ne abbiamo già parlato e ce lo racconterà ancor più approfonditamente il direttore croato. Ma è per i giocatori come Vignato che l’ex Padova e Spezia stravede: “Ha firmato un contratto di quattro anni. Il ragazzo sta facendo benissimo. Non era facile per lui, perché non ha fatto neanche la preparazione con la squadra: è arrivato ed è entrato subito, facendo immediatamente la differenza sia in campionato che in Conference League. Non è una cosa semplice, sono pochi i giocatori che riescono a incidere subito senza preparazione. Questo dimostra che è un ragazzo molto intelligente“.
Sempre su Samuele: “So che aveva anche altre possibilità: c’era l’interesse di un club che gioca la Champions League. Devi sapere davvero cosa vuoi fare. Secondo me ha fatto la scelta giusta, perché noi sappiamo curare i giovani che devono fare un ulteriore step per arrivare ad alti livelli. Siamo un club che vive di giovani: per noi lui è come l’oro“.
Sulla rarità del suo ruolo al giorno d’oggi: “Con Samuele siamo davvero molto contenti. Oggi non ce ne sono più tanti di numeri 10 come lui, di veri talenti così. I ragazzi non giocano più per strada e questo tipo di calciatori sta scomparendo. A questi ragazzi devi solo lasciarli giocare a calcio: sentono il gioco meglio di noi, hanno fantasia e vanno protetti”.
In chiusura il direttore sportivo croato ha voluto illustrarci quella che è la filosofia del club, e di conseguenza le ambizioni del Rijeka: “Mi chiedi dei progetti per il futuro o della nostra filosofia? In realtà le due cose vanno insieme. Guardiamo sempre a portare giocatori giovani, con potenziale, fame e ambizione, ma soprattutto qualità. Noi viviamo di trasferimenti, quindi dobbiamo in questo senso. Se non lavori con i giovani, se non li prepari, oggi non li prende nessuno: ci sono tantissime analisi, tutti guardano tutto, e devi avere giocatori pronti”.
Come citato prima, anche Danilo Veiga, oggi a Lecce in A, nella stagione 2023/2024 ha fatto parte della squadra di Miskovic, e il direttore ci racconta un retroscena: “Mi dispiace per lui, perché se non ha fatto meglio da noi è anche colpa nostra. È comunque un bell’esempio del nostro lavoro. Se guardi gli ultimi 13 anni, da quando è arrivato il presidente, la filosofia è sempre la stessa: tutti guardiamo nella stessa direzione ed è così che arrivano i risultati”.
Sempre su Veiga: “A volte i giocatori giovani hanno bisogno di tempo. Fanno una partita bene e una meno bene, serve pazienza, supporto e lavoro. Sono contento per lui: è un giocatore fortissimo e un ragazzo incredibile, e meritava di arrivare in un campionato importante”.
E infine sul nostro campionato, il direttore Čulina lancia un appello riguardo lo scarso impiego, forse dettato dalla paura, di giocatori giovani: “Mercato? Guardiamo spesso anche la Serie A. Conosco bene il calcio italiano e per i giovani lì è molto difficile trovare spazio“.
A cura di Mattia De Pascalis
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