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Versailles FC: dilettanti, studenti e impiegati a un passo dalla finale di Coppa di Francia

Se esistesse il premio “miglior rivelazione in Francia” della stagione 2021/2022, lo vincerebbe il Versailles FC. Si tratta di una squadra che non gioca in Ligue 1, ma in National 2 (l’equivalente della nostra Serie D), e che nonostante questo, martedì sera a Nizza si giocherà un posto in finale di Coppa di Francia.

 

Credits Photo: Versailles FC, pagina facebook

 

La storia del Versailles

Impossibile dire: “Sorpresa fino a un certo punto”, perché sarebbe come se l’Audace Cerignola giocasse la semifinale di Coppa Italia contro il Napoli al ‘Maradona’. E quindi sì, è una sorpresa a tutti gli effetti. Ma se parli con chi è ‘dentro’ al Versailles FC capisci subito che da quelle parti si sta progettando qualcosa di importante, serio e a lungo termine: “Da quando sono arrivati nuovi investitori c’è grande ambizione per far crescere il club. Quest’anno vogliamo salire in National (terza serie, ndr). In futuro abbiamo nel mirino il mondo del professionismo (ossia dalla Ligue 2 in su, ndr)”, ci racconta Michael Michée, responsabile della comunicazione del club.

In campionato sono primi in classifica da soli, in Coppa di Francia sono arrivati dal 7° turno fino alla semifinale battendo il Tolosa agli ottavi (1° in Ligue 2) e il Bergerac-Perigord ai quarti: “Il gruppo vive questo periodo in maniera molto naturale. Abbiamo una rosa di ragazzi che stanno bene insieme e che hanno la forza di tenere testa a questi appuntamenti importanti a cui non eravamo preparati né abituati. Stanno riuscendo benissimo a gestire tutte le attenzioni attorno a loro. Siamo sereni”.
Leggi anche – Coppa di Francia: i dilettanti del Versailles in semifinale, paese in festa. VIDEO

 

Credits Photo: Versailles FC, pagina Facebook

Da Henry ai ragazzi di oggi

Il Versailles FC può vantare di aver fatto crescere nel proprio settore giovanile giocatori come Hatem Ben Arfa, Jerome Rothen e soprattutto Thierry Henry. Oggi la squadra è composta da nuovi talenti e anche qualche ragazzo che non ‘vive’ solo grazie al calcio: “Tre ragazzi fanno un altro lavoro. Oussama Berkak, il capitano, è un informatico part-time. De-Gevigney, vicecapitano, è ancora uno studente universitario e studia per diventare fisioterapista, così come il nostro terzo portiere: anche lui è uno studente. E poi c’è Wilfried Aledji, che è un financial controller”. Anche per loro quattro il sogno chiamato Coppa di Francia è distante così come lo è per chi, come il Nizza, ambisce a un posto in Champions League. 

Il Versailles FC e la Reggia: “Siamo sempre costretti a giocare di giorno”

Ma ora arriviamo a uno dei nodi più strani e curiosi di questa storia: la Reggia (la dimora dei re francesi nell’Ancien Régime e oggi patrimonio dell’Unesco e oggetto di più di cinque milioni di visitatori all’anno da tutte le parti del mondo). Per il Versailles FC, paradossalmente, la Reggia è quasi un ostacolo. C’è chi dice che sia per colpa di una legge di Luigi XIV (che non voleva essere disturbato da una fonte di luce artificiale nel raggio di cinque chilometri), o chi sostiene che sia per volere dell’Unesco e della protezione visuale: fatto sta che lo Stade Montbauron di Versailles non dispone di impianto di illuminazione artificiale. Niente lampioni, ordine dell’Unesco: potrebbero disturbare la visuale che i turisti godono dalla reggia. Niente luci: Luigi XIV non voleva. “Siamo costretti a giocare sempre durante le prime ore del pomeriggio quando giochiamo in casa. D’inverno chiediamo sempre il permesso ai club che ospitiamo di poter giocare alle 14:30 o alle 15. Adesso comunque siamo in contatto con il Comune per trovare soluzioni. Anche perché se dovessimo andare avanti e salire di categoria, sarebbe una catastrofe per il club non potere giocare in casa”, racconta Michée ai microfoni di gianlucadimarzio.com.
Leggi anche – Da Luigi XIV all’Unesco: perché il Versailles non può giocare in casa

 

Credits Photo: Versailles FC, pagina Facebook

 

“Abbiamo chiesto al PSG di poter giocare al Parco dei principi”

Ed è proprio per questo che il popolo di Versailles si è goduto solo a metà l’epopea in Coppa di Francia della propria squadra, costretta a giocare in trasferta sia nell’ottavo di finale contro il Tolosa, che nella semifinale contro il Nizza di martedì, nonostante il sorteggio avesse decretato proprio il Versailles come squadra ospitante: “È una grande delusione ancora una volta. È molto importante per club come il nostro giocare in casa, ma tant’è. Siamo usciti per primi nel sorteggio, ma dobbiamo giocare a Nizza. Abbiamo provato a ottenere l’autorizzazione per giocare allo Stade Charléty (lo stadio del Paris FC, seconda squadra di Parigi, ndr) al Parco dei principi e allo Stade de France. Lo Stade de France era troppo costoso. Abbiamo chiesto al PSG se potevamo giocare nel loro stadio, ma loro rifaranno il campo in quei giorni: sarebbe stato incredibile giocare lì, ma capiamo gli impegni di un club come il Paris Saint-Germain. Charléty era la soluzione che ci restava, ma la prefettura non ha ritenuto che ci fossero i requisiti adatti per mantenere l’ordine pubblico, in seguito anche ai fatti di Paris FC-Lione dello scorso dicembre (CLICCA QUI per scoprire cosa era successo). Quindi, non ci restava che accettare la proposta del Nizza che si è offerto di ospitare il match”.

“Anche i tifosi sono delusi”, aggiunge Michée, “ma troveranno comunque il modo per sostenerci: qualcuno verrà a Nizza, gli altri tiferanno da casa o in città come hanno fatto nei turni precedenti. E poi sono tutti convinti che riusciremo a qualificarci per la mitica finale dello Stade de France”. Sarebbe la pagina di storia più bella di sempre per il Versailles. Da scrivere, finalmente, a pochi km da casa.

Andrea Campioni

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Andrea Campioni

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