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Spezia-Napoli, aria rovente al Picco: cos’è successo dopo gli scontri del 22 maggio

Pre-partita ad alta tensione quello nella città di La Spezia e, più propriamente, quello vissuto nei pressi dello Stadio Alberto Picco. Tensione spiegata da una vecchia rivalità fra i tifosi di Spezia e Napoli – oggi in campo per la 21ª giornata di Serie A – risalente alla partita di Supercoppa Serie C del 2006, ma spiegata anche dai recentissimi scontri fra tifosi, con tanto di lancio di petardi fra le tribune nel match di chiusura dello scorso campionato, giocato il 22 maggio 2022.

Tensioni prima di Spezia-Napoli

A causa del divieto imposto ai tifosi azzurri di seguire la propria squadra del cuore in trasferta per due mesi, tra i quasi 10mila tifosi del Picco dovevano esser presenti unicamente supporters spezzini. Invece, è stata registrata la presenza di circa 800 tifosi napoletani residenti in province del Nord. Al riconoscimento degli stessi, alcuni ultras dello Spezia hanno cercato lo scontro all’esterno dell’impianto.

 

All’ingresso dei distinti, diviso dalle inferriate rispetto all’esterno, il primo allarme scontri, sventato con prontezza dalle forze dell’ordine che hanno tenuto alla larga le due tifoserie. All’interno della Curva Ferrovia, la più calda dello stadio, i tifosi liguri hanno accolto i napoletani – situati a distanza in una porzione dei distinti – con cori razzisti e discriminatori già dalla fase di riscaldamento dei giocatori.

Nulla da segnalare al termine della gara: dopo la vittoria per 0-3 del Napoli sullo Spezia, non sono avvenuti scontri fra le due tifoserie, i tifosi azzurri presenti allo stadio hanno potuto assistere in tranquillità al match, senza bisogno dell’intervento degli stewards. Tra le parti, comunque, si sono susseguiti  tutt’altro che gesti d’affetto nell’arco dei 90 minuti di partita.

Lorenzo Gentile

Classe 1996, nato a Napoli con il desiderio di girare il mondo, stadio dopo stadio, cresciuto con il sogno di commentare le partite più strane, più ricche e magari anche quelle più grandi. Oltre alla telecronaca, adoro il mondo segreto e misterioso del calciomercato. Lascerei il giornalismo solo per allenare in prima persona, forse. Mi sento un leader gentile (di cognome e di fatto, come dico sempre) ma sempre carico di passione e voglia di migliorarsi

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