Quando si dice fare di necessità virtù. Mourinho lo ha imparato nella sua esperienza giallorossa più che mai. La sua Roma infatti, tra infortuni e assenze, ha spesso avuto bisogno dell’aiuto dei giovani della Primavera. Da Afena-Gyan, Volpato e Bove fino a Tahirovic, Keramitsis, Majchrzak, Pisilli e Missori, i risultati sono stati ottimi. Ma non è un caso. Mou li ha studiati in ritiro e li ha voluti tenere. Lungimiranza. Anche se non è la prima volta che che gli succede in carriera. Kids al potere.
Dovunque ha allenato Mou ha sempre lanciato parecchi giovani. Porto, Real, Inter, Chelsea, United, Tottenham e infine alla Roma. Alcuni hanno poi fatto strada, altri si sono persi.
Il primo Mou lo ha lanciato, gli altri due li ha scoperti ma ha avuto troppo poco tempo per valorizzarli. Alvaro invece prima lo ha fatto debuttare in Liga alla fine della stagione 2011/2012, poi l’anno dopo lo ha fatto esordire anche in Champions. Gli altri due invece li ha solo visti, scelti e buttati nella mischia. Il primo gettone, per entrambi, é arrivato sotto la guida di Mourinho. Casemiro arrivava dal San Paolo ed è ancora un perno centrale del Real, Fabinho invece ha avuto un destino differente. A Madrid non ha trovato spazio, si é invece consacrato a Liverpool. Josè lo aveva detto. Al Real sotto la sua gestione troveranno spazio anche i canterani Nacho, Jesé e Marcos Llorente.
Tre squadre, tanti talenti scovati. Dal Chelsea allo United fino al Tottenham. Loftus Check, Christensen, Mc Tominay, Tuanzebe e tanti altri. Alcuni giocano ancora dove li aveva lasciati (e messi) il portoghese, altri invece non hanno rispettato le attese nonostante le premesse. Un esempio? Bertrand Traore, che al Chelsea aveva stupito tutti ma che non è riuscito a farsi strada nelle gerarchie dei blues. Oggi gioca comunque in Premier League, con l’Aston Villa di Gerrard.
Volpato dopo il gol al Verona è diventato il giocatore più giovane del campionato ad aver segnato nella scorsa stagione. 18 anni e 3 mesi. E ha superato così un altro giallorosso, oggi alla Cremonese: Afena Gyan. Tutti e due sono stati lanciati da Mou. Il copione è stato lo stesso quest’anno, con l’esempio più recente rappresentato dal gol di Edoardo Bove, che a gennaio poteva finire al Lecce ed è risultato decisivo nell’andata delle semifinali di Europa League contro il Bayer Leverkusen. Buttati dentro per necessità hanno dimostrato di poterci stare e di volersela giocare. Pepite. Stanno lottando il posto a suon di gol, grinta e quella spensieratezza che ti fa gestire in modo diverso la pressione. Mou li lancia, ci crede e ora se li gode. D’altronde, in carriera, lo ha sempre fatto. Special anche in questo.
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