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Sognando De Rossi: chi è Faticanti, l’ultima rivelazione della Roma

In una Roma particolarmente attenta ai ragazzi più giovani come si sta dimostrando la società dei Friedkin, che ha fatto esordire ragazzi come Darboe, Bove o Zalewski, e dello stesso Josè Mourinho, che ha lanciato ragazzi come Tripi, Missori, Volpato e Afena-Gyan, è arrivato il giorno dell’esordio anche per Giacomo Faticanti, entrato nei minuti finali della sfida di Europa League Helsinki-Roma.

Classe 2004, da qualche mese maggiorenne. Un ragazzo serio, riservato ma soprattutto sveglio, spigliato, con un carattere fermo e lucido, da capitano qual è stato sia nelle selezioni minori della Roma che nelle giovanili della Nazionale italiana. Un ragazzo maturo, di grandi doti tecniche, ma soprattutto di grande spessore mentale. Caratteristiche che hanno apprezzato in molti anche all’estero. Di fatto, top club europei, anche da Inghilterra e Spagna, lo hanno già visionato.

 

Che giocatore è Giacomo Faticanti

Nato a Sora, appunto nel 2004, Giacomo ha scelto “una vita da mediano, con dei compiti precisi, a coprire certe zone, a giocare generosi”, come recita un noto brano del cantautore Luciano Ligabue e che sembra davvero adatto alla giovane promessa della Roma. Una frase che dipinge le qualità di Faticanti.

Un mediano vecchio stampo, schermo davanti alla difesa, alto 1,86m. Cresciuto nel vivaio del Frosinone, da che era davvero piccolo, è arrivato poi alla Roma nella stagione agonistica 2018/19, praticamente a 14 anni appena compiuti, grazie all’occhio sempre attento di Stefano Palmieri (storico osservatore giallorosso, che per quasi 40 anni ha ricoperto quel ruolo per il club).

 

 

Sognando De Rossi, ma al contrario di De Rossi

Faticanti è un ragazzo dalla mentalità quadrata, quasi a rispecchiare il ruolo che occupa in campo, ed è soprattutto un calciatore con una giocata davvero pulita e molto spesso efficace. Un po’ il contrario di quello che è effettivamente il suo punto di riferimento, il modello da seguire, sia perché giocava fino a qualche tempo fa nello stesso ruolo, sia per la storia che ha scritto a Roma.

Sognando di replicare la carriera di Daniele De Rossi – un mediano feroce, al contrario di Giacomo – il ragazzo gioca a modo suo (e gioca molto bene), facendosi notare parecchio. Da che è arrivato (in uno dei vivai migliori d’Italia, parlano i risultati) ha praticamente sempre vinto. Non è affatto male cominciare a fare il callo per la vittoria già a quest’età.

 

 

Arrivato in U15, ha già vinto il primo Scudetto

Nel 2018/19, come dicevamo, Faticanti passò dal Frosinone alla Roma e venne inserito nella rosa U15 allenata dal giovane turco Tugberk Tanrivermis, al suo primo di tre anni consecutivi nelle giovanili giallorosse (arrivato grazie all’ex ds Monchi a soli 29 anni da vice allenatore del Galatasaray qual era, oggi a 33 allena l’U18 giallorossa dopo un’esperienza in Primavera con lo Spezia, ndr).

Prima annata, primo successo. La Roma del “neo arrivato” Faticanti vince il campionato, a cinque edizioni di distanza dall’ultimo titolo. In finale, battuto il Milan 2-0 con le reti dell’ivoriano Cedrick Koffi (oggi nell’U18) e Luigi Cherubini (come Faticanti, era già un U18 aggregato ormai stabilmente alla Primavera).

L’U16 interrotta e il campionato U17 vinto da capitano

L’arrivo del Covid-19, poi, ha fermato la stagione 2019/20, che poteva regalare il secondo successo di fila a Faticanti e alla sua Roma, allora primissima nel girone C del campionato nazionale U16 (con 46 punti in 18 partite, a +7 dal Napoli secondo).

 

 

Poco male – solo dal punto di vista sportivo, s’intende – perché il secondo successo di fila è rimandato solo all’anno seguente. Vittoria del campionato U17 per Faticanti e compagni (allenati da Piccareta, oggi svincolato, ex allenatore della Primavera della SPAL, ndr), grazie al 3-1 in finale contro il Genoa di Abdoulay Konko. Successo firmato dai compagni Falasca, Liburdi e D’Alessio.

L’eccezione che conferma la regola

Il ragazzo non arriva spesso davanti alla porta avversaria, visto il suo ruolo e le caratteristiche tecniche, nonostante abbia un tiro molto forte, che gli consente di provare a segnare dalla distanza. La stazza lo aiuta sicuramente da palla inattiva, dove può cercare la rete di testa, ma è ovvio che i suoi compiti siano maggiormente difensivi piuttosto che offensivi. 

Perciò, Giacomo non regala moltissimi assist e non segna moltissimi gol. Intanto, però, grazie alla sua testa e alla sua intelligenza tattica, qualcosina in più rispetto agli altri pare averla già dimostrata. D’altronde, molti compagni hanno seguito il corso naturale della loro crescita, passando semplicemente per l’U18 del club, come abbiamo visto.

 

 

Lui no. Lui è stato aggregato da subito alla Primavera quando c’era ancora Alberto De Rossi – tra l’altro padre di quel suo punto di riferimento – che macinava punti su punti. Tutto mentre lui correva in campo con la stessa maglia numero 16 di DDR sulle spalle.

Giocando a fare il lavoro sporco, “a recuperar palloni” come dice sempre Ligabue, più difficilmente si riesce a rubare l’occhio, è un dato di fatto. Ciò che porta l’attenzione di tutti è sempre il gol. Faticanti, nel nostro campionato Primavera, è l’eccezione che conferma questa regola.

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Raffaele Caruso

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Raffaele Caruso

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