Un passo falso già alla seconda giornata forse non era lo scenario che sognava Carlo Ancelotti per l’inizio della sua seconda esperienza al Real Madrid. Eppure, nonostante il controverso 3-3 arrivato in casa del Levante dopo aver battuto l’Alavés, sono tante le indicazioni che possono rasserenare i blancos.
In una sessione di calciomercato in cui l’unico acquisto è stato lo svincolato Alaba, che da solo fin qui sostituisce la storica coppia Ramos-Varane che ha fatto le valigie in blocco, la cosa più sensata da fare era cercare di valorizzare al meglio quanto la rosa mettesse a disposizione.
Il primo passo è stato quello di tentare di dare una nuova dimensione a giocatori totalmente smarriti nel corso degli anni. Il lavoro più importante è stato fatto con Gareth Bale, che dopo aver anche meditato l’addio al calcio, ha deciso di onorare il suo ultimo anno di contratto rimettendosi in gioco. Alla seconda partita è già arrivata la prima rete e, in generale, la sua condizione sembra in grandissima crescita, cosa che per un giocatore del talento del gallese può rappresentare un enorme fattore in vista di questa stagione.
Su Hazard il lavoro è stato più facile, dato che i problemi avuti nelle ultime stagioni sono stati di natura fisica, ed è quindi bastato vederlo tornare ad allenarsi con regolarità per intravedere sprazzi della sua classe come l’assist di tacco contro l’Alavés. Quasi impensabile fino a poco tempo fa invece il tentativo di recupero di Isco, che da giocatore con le valigie in mano e fuori dai progetti del Real, è tornato ad avere minuti come non gli accadeva da tempo: sta trovando una nuova dimensione a centrocampo e con questo tipo di progressi già dal post sosta nazionali può sognare di tornare ai suoi livelli.
Se per i tre calciatori prima citati c’è stato un lavoro di recupero fisico e psicologico, per Marco Asensio c’è un programma più ambizioso e sognatore. Ancelotti ha spesso inventato calciatori in altre posizioni, vedi il capolavoro che ha messo Pirlo in regia al Milan, o Di María a centrocampo nell’anno di gloria 2014. Per il maiorchino si sta studiando un’evoluzione da mezzala, arretramento di posizione che in Spagna viene già vista come un continuum di quanto accaduto con illustri predecessori di quel profilo come David Silva o Santi Cazorla.
La sua tecnica più al centro della squadra e non più solo dislocata sulla fascia destra. Un progetto ancora da definire, tanto che non se l’è sentita di provarlo dal 1’ col Levante, ma che sembra avere appoggio e condivisione anche da parte del calciatore. Una soluzione in bilico tra il rischioso e il geniale, ma forzata dall’emergenza dovuta alle assenze di Modric e Kroos, oltre che dalla partenza di Odegaard.
Nel 3-3 con il Levante il migliore è stato senza dubbio Vinícius: dominante palla al piede, esplosivo, creativo, decisivo. Due gol e un’espulsione causata partendo dalla panchina, una vera forza della natura: la versione vista in Champions con il Liverpool deve diventare un’abitudine e non una ricorrenza estemporanea nella sua stagione, ma con questi dogmi imposti da Ancelotti c’è tutto il materiale per credere a una sua consacrazione quest’anno.
Ciò che rimane da sistemare è sicuramente il pacchetto difensivo: la linea a quattro anche per via delle tante assenze non sta dando la stabilità cercata, con Alaba comprato per fare il centrale ma utilizzato due volte su due da terzino, e la coppia Nacho-Militão che con un terzino adattato come Vázquez affianco, si è già concessa qualche disattenzione di troppo.
Probabilmente è lì che andranno sistemati gli ultimi dettagli, per un Real che sta assorbendo i nuovi dogmi di Ancelotti, ma che rimane ancora con il cartello “lavori in corso”.
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