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Senza mollare un minuto: dietro ai record di Claudio Pizarro

Dalla spada al pallone, dal Perù alla Germania, quasi cinquecento anni per riscattare un cognome. Nel 1533 Francisco Pizarro, el Conquistador, catturava Cuzco e metteva fine all’esistenza libera dell’impero Inca. Nel 2019 Claudio Pizarro, el Bombardero de los Andes (stavolta, la fantasia latina in fatto di nicknames lascia un po’ a desiderare…), salva il suo Werder Brema a Berlino segnando il gol più anziano di sempre in Bundesliga. A 40 anni e 136 giorni.

Entrare nella storia per porte diverse, magari con meno scalpore ma regalando più di qualche sorriso. Missione compiuta per l’eterno attaccante peruviano. Formidabile nello stretto, in acrobazia, su punizione (come ieri). Il record di Miraslov Votava reggeva dal 1996: proprio quando Pizarro muoveva i primi passi da professionista nel Deportivo Pesquero. All’epoca giocavano ancora Maradona, Baresi e Brehme. Oggi Zaniolo, Sancho e De Ligt sarebbero quasi troppo giovani per essere loro figli.

Surreale, eppure Claudio c’è sempre stato. In forma e non pro forma: ogni anno in gol, per tutte le sue 24 stagioni sul terreno di gioco (altro record). Campione di due generazioni e di due mondi. Anche se il suo Perù l’ha ‘tradito’ proprio sul più bello, dopo 85 presenze (a lungo da capitano) e 20 reti. “Per il mio paese ho dato tutto, quando la squadra si è qualificata al Mondiale in Russia invece…”. Un evento storico per la blanquirroja, a 36 anni dall’ultima apparizione. Non ho ricevuto nemmeno una telefonata, ha raccontato in seguito Pizarro. “E’ stato il momento più difficile della mia carriera e brucia ancora”.

La Germania invece non ha mai smesso di adottarlo, da quando nel 1999 è arrivato al Werder Brema. Un flirt lungo vent’anni, tra gol (149, in Bundes fanno 195: nessuno straniero come lui), ritorni (3) e una grande beffa: quel titolo di Campione di Germania arrivato nel 2003/2004, con Pizarro passato nel frattempo al Bayern. In Baviera ne ha vinti sei (e una Champions), ma il sapore non può essere stato lo stesso. Torno a casa, chiudere la carriera qui sarebbe un sogno”, si lascia andare Claudio quando firma con i biancoverdi subito dopo il mondiale (qualche rimpianto, ct Gareca?).

Senza mollare un minuto, alla ricerca dell’elisir di lunga vita. Ma la ricetta è più semplice di quel che sembra, come sempre in questi casi. Non ci credete? Lo scorso novembre, l’allenatore del Werder Florian Kohfeldt aveva concesso un giorno libero alla squadra per rifiatare dopo la pausa con le nazionali. Tutti sfruttano l’occasione di relax. Tutti, tranne Claudio Pizarro che si presenta al campo per allenarsi come sempre.

Nessuno si ricorda più quando ha cominciato. Ma che ‘Pizarro Perù’ non sia più solo il binomio di un genocidio, di questo se n’è accorto anche Google. Felicitaciones, Pizagol.

Francesco Gottardi

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