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Kaká e i rimproveri di Sabatini, Pastore: “Il Milan mi voleva. L’ovazione del Meazza fu incredibile”

Contro i rossoneri Pastore ha ottimi ricordi di quando vestiva la maglia del Palermo: “Sono sempre state partite speciali perché era la squadra in Italia che mi piaceva di più. C’erano giocatori come Kaka, Pirlo e Gattuso con cui giocavo alla Playstation e per me erano degli idoli. Le partite che ho giocato col Palermo le abbiamo vinte quasi tutte sia in campionato che in Coppa Italia. Il Milan era la squadra in cui sarei voluto andare dopo Palermo. Mi avevano cercato, ma alla fine con Zamparini abbiamo optato per il progetto del PSG: mi avevano detto che volevano vincere in Francia e in Europa, e per farlo avrebbero preso i migliori giocatori al mondo ed è quello che è successo. Negli anni poi ci sono stati dei contatti per tornare in Italia e il Milan era interessato, ma la mia scelta è sempre stata quella di rimanere a Parigi”, ricorda El Flaco a Gianlucadimarzio.com.

 

 

 

E tra i campioni rossoneri ce n’era uno che ammirava in modo particolare: “Kaká lo guardavo ai tempi dell’Huracan: vedevo tutte le sue partite ed era devastante, ho dei ricordi bellissimi di quel suo Milan in cui faceva la differenza. Le sue accelerazioni, l’eleganza con cui portava la palla e segnava calciando in maniera delicata con tocchi precisi, di qualità. A me piaceva tantissimo e quando il mio agente lo ha saputo mi ha regalato la sua maglia. Quando l’ho avuta non ci capivo più niente e pochi giorni dopo sono stato a cena con suo padre: è stata una cosa molto carina. Poi negli ultimi anni ho incontrato Kaka un paio di volte e ci ho parlato. Una persona molto umile”. (CLUCCA QUI PER LA PRIMA PARTE DELL’INTERVISTA)

 

 

 

La standing ovation del Meazza e i rimproveri di Sabatini

 

 Ai rossoneri è legato anche all’andata della semifinale di Coppa Italia 2011 terminata 2-2. Un gol e un assist per Abel Hernandez, poi la standing ovation del Meazza. “Per un giocatore, l’ovazione di uno stadio di un’altra squadra è bellissimo. Io in quel momento ero in crescita, arrivavo dalla tripletta nel derby. Mi è successo anche con la Fiorentina, quando mi hanno sostituito quasi alla fine della partita e tutto lo stadio si è alzato in piedi ad applaudirmi. Milano e Firenze sono stati 2 episodi molto gratificanti: sono stati incredibili”.

 

 

Ma c’era anche chi come l’ex ds rosanero Walter Sabatini lo faceva restare con i piedi per terra. “Dopo tutte le partite mi rimproverava. Ogni lunedì mi faceva andare nel suo ufficio al Barbera le mi mostrava tutti gli errori che avevo fatto. Mi diceva: “Abbiamo vinto, abbiamo giocato bene, però devi vedere questo. Qua hai esagerato, qui hai fatto un tunnel in più o un tacco e non ce n’era bisogno, già vincevamo”. Altre volte mi faceva vedere dei dvd di un’ora e mezza con tutte le partite di quel mese e tutti i miei errori, come posizionamenti sbagliati o qualche corsa in più. Lui è stato un referente per me, mi ha portato in Europa e mi ha aiutato molto perché mi ha fatto crescere tanto e in poco tempo”.  (CLICCA QUI PER LA TERZA PARTE DELL’INTERVISTA).

Mattia Zupo

Giornalista pubblicista e studente in Scienze Umanistiche per la Comunicazione. Fiorentino nato a Fiesole nel 1996. Notti magiche, quelle passate a vedere il calcio sudamericano, dove il talento e la garra prevalgono sulla tattica. Uno sguardo al futuro e uno al passato alla ricerca di storie legate al fútbol.

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