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Calzona: “Vi racconto i Napoli-Juve di Sarri sulla panchina azzurra”

Napoli-Juve non è mai una partita come le altre. Ci sono la rivalità, l'attesa, l'emozione. Negli ultimi anni è stato anche match scudetto, scontro diretto per decidere il campionato. Soprattutto nel triennio 'sarrista' gli azzurri hanno insidiato il primato bianconero, giocandosi il titolo in una fantastica lotta punto a punto. Domenica sera Maurizio Sarri tornerà al San Paolo, non più da capopopolo di una città che ha fatto sognare ma da avversario, proprio su quella panchina sulla quale i tifosi azzurri non avrebbero mai voluto vederlo. “È un professionista, va dove viene contattato e decide se accettare o no una nuova situazione. Per cui ritengo che faccia parte del mondo del calcio cercare di migliorarsi ogni qualvolta ti capiti l'opportunità. Sicuramente, vederlo sulla panchina della Juventus, nemico dichiarato del Napoli, fa un certo effetto, ma il calcio è questo”, ha dichiarato Francesco Calzona, suo storico vice, ai microfoni di GianlucaDiMarzio.com.

Insomma, fa strano vederlo in bianconero ma il calcio è calcio. E farà ancor più strano vederlo da avversario al San Paolo, lì dove ha vissuto anni importanti. La partita simbolo del 'Sarrismo', però, è stata in casa della Juventus, con quel colpo di testa di Koulibaly che spezzò l'incantesimo dello Stadium e portò Napoli a sognare lo scudetto, poi perso la settimana successiva a Firenze. “Ricordo festeggiamenti fuori dal comune in quell'occasione, fu un'impresa straordinaria dopo una grande prestazione – prosegue Calzona – Il magazziniere Tommaso faceva partire i cori, seguito poi da tutti i calciatori. Fu la partita più bella. Sarri, come al solito, non si sbilanciò molto. Dopo un'ora eravamo già lì a pensare alla partita successiva. Il nostro obiettivo non era la vittoria di tappa, ma quello di arrivare a un qualcosa di storico come lo scudetto”.

Dalla gioia più grande alla delusione più cocente, quella per il gol di Zaza. Era il primo anno di Sarri a Napoli, la Juventus si riprese il primo posto negli ultimi minuti dello scontro diretto nel giorno di San Valentino. “È stato il momento più doloroso dei nostri tre anni a Napoli, prendemmo quel gol nel finale nonostante non meritassimo di perdere. La partita l'avevamo controllata senza alcun problema, fu una doccia fredda e una delusione cocente. Addirittura alla fine pensavamo di poterla vincere, sarebbe stato importantissimo perché avremmo distanziato la Juventus di qualche punto”.

Napoli-Juventus è una sfida che non si vive soltanto nei 90 minuti, ma è molto di più. “C'è sempre stata una partita nella partita, da giocare prima del fischio d'inizio dell'arbitro. La settimana non si svolge mai regolarmente, senti la pressione dell'ambiente e percepisci che c'è un'attesa incredibile. Sportivamente la Juventus è il nemico dichiarato dei napoletani, ogni volta prima della partita si sentiva proprio nell'aria la tensione che saliva. E poi negli spogliatoi c'era sempre un silenzio particolare prima di questa sfida, quel silenzio di concentrazione. Sembrava tutto surreale, si viveva l'attesa in un silenzio tombale da parte di tutti”.

Oltre a Sarri, questa gara la vivrà da ex anche Gonzalo Higuain. Il 'Pipita' ha vissuto in azzurro, proprio con il suo attuale allenatore in bianconero, la migliore stagione della carriera: 36 gol (di cui uno decisivo contro la Juve al San Paolo) e record di reti in una singola stagione in Serie A. “Gonzalo ci ha regalato la grande soddisfazione di battere la Juve nella prima sfida al San Paolo, fu bellissimo assaporare quella gioia. Quando è passato in bianconero, poi, ci ha dato qualche dispiacere perché ci ha sempre fatto gol”. Eppure Higuain aveva approcciato con scetticismo al rapporto con Maurizio Sarri: “Quando siamo arrivati non avevamo un curriculum di prim'ordine – racconta Calzona – e qualche calciatore aveva delle titubanze sul nostro lavoro. Ma ci abbiamo messo 2 o 3 giorni a convincerli e abbiamo trovato grande disponibilità. È normale ci potesse essere qualche dubbio su un allenatore che veniva dalla provincia, ma Gonzalo poi è stato intelligente nel capire che quel tipo di lavoro lo avrebbe esaltato. Sarri ha conquistato Higuain sul campo, ma anche fuori tra i due c'è una chimica particolare”.

Oggi Napoli-Juventus non vale lo scudetto, ma per gli azzurri può essere un'occasione importante: “Capita nel momento giusto questa sfida, in questo momento c'è bisogno di risultati importanti e una partita di cartello così non può far altro che bene. Dopo aver battuto la Lazio in campionato, fare risultato con la Juve darebbe un'iniezione di fiducia non indifferente agli azzurri. Credo che avversario migliore, in questo momento, non potesse esserci. Gli stimoli saranno tantissimi”.

Il Napoli per il risultato, il San Paolo (anche) per Maurizio Sarri. Da capopopolo ad avversario, nella maniera più inattesa possibile. Il momento tanto atteso è arrivato. Perché no, Napoli-Juventus non è mai una partita come le altre. E questa volta anche un po' di più.

Mario Lubrano

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