C'è un Milan prima di Zlatan Ibrahimovic e un Milan dopo: ormai questo è chiaro, l'arrivo a gennaio dello svedese ha letteralmente ribaltato una stagione che sembrava avviarsi verso l'anonimato e che invece si è conclusa con un girone di ritorno esaltante. A spiegare questo c'è l'entusiasmo che è rinato intorno alla squadra rossonera, che ha portato al rinnovo di contratto fino al 2022 di Stefano Pioli e alla qualificazione alla prossima Europa League. Ma più di ogni altra cosa ci sono i freddi numeri a far capire quanto Zlatan Ibrahimovic abbia inciso nella stagione del Milan.
L'attaccante svedese ha esordito con la maglia rossonera il 6 gennaio contro la Sampdoria e da allora ha messo insieme 15 presenze: in realtà, tra infortuni e un po' di turnover, i minuti giocati da Ibra in campionato sono stati 1105, il che significa che lo svedese ha effettivamente giocato poco più di 12 partite intere. Considerando le 15 gare nelle quali è sceso in campo per almeno un minuto, il Milan ha ottenuto 9 vittorie, 4 pareggi e 2 sconfitte. Un totale di 31 punti che, proiettati sulle 38 gare, a fine campionato significherebbero quota 78.5: lo scorso anno il Napoli, secondo in classifica, chiuse il torneo a 79. Un Milan, dunque, che se non ha viaggiato a ritmo da scudetto in questo girone di ritorno, si è avvicinato davvero molto. A stupire è anche l'incidenza di Ibrahimovic sui gol della formazione rossonera: nelle 15 partite disputate ha infatti realizzato 7 gol e 4 assist, entrando così in 11 delle 32 reti segnate dalla squadra in quelle gare (percentuale del 34.3%).
Il miglioramento portato dallo svedese alla formazione allenata da Stefano Pioli non va, però, racchiusa soltanto ai suoi di numeri, ma anche a quelli dei propri compagni d'attacco. La crescita più evidente l'ha avuta Ante Rebic, che prima dell'arrivo di Ibra aveva collezionato soltanto 7 presenze con nessuna traccia di gol e assist, mentre con lo svedese in rosa è letteralmente esploso, mettendo insieme 17 presenze, 11 gol e 2 assist. Crescita esponenziale anche per Hakan Calhanoglu, che sia nel periodo pre Ibra che in quello post ha collezionato esattamente lo stesso numero di presenze (16), ma con risultati decisamente diversi: 2 gol e 1 assist senza lo svedese, 5 gol e 7 assist con lo svedese.
Anche Rafael Leao, giovane attaccante classe '99, ha avuto un miglioramento dalla presenza di Ibrahimovic, per quanto non così netto rispetto ai propri compagni: 13 presenze con 1 gol e 1 assist prima, 15 presenze, 4 gol e 1 assist dopo. I numeri non mentono e, forse, contano ancora di più delle sensazioni: se il Milan continuerà con questo ritmo anche nella prossima stagione, allora la zona Champions League potrà davvero essere alla portata del club rossonero.
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