Luis Enrique, allenatore PSG (IMAGO)
Il PSG continua a vincere: arrivato alla centesima panchina con i francesi, Luis Enrique continua a essere un fattore per la squadra parigina.
Martedì aveva candidamente ammesso di non sapere che la sfida contro l’Aston Villa sarebbe stata la sua centesima panchina al Paris Saint-Germain, un’affermazione sorprendente vista la mole di statistiche che accompagnano ogni mossa di un allenatore di alto profilo.
Ma mercoledì, dopo la vittoria contro l’Aston Villa, Luis Enrique ha celebrato a modo suo l’importante traguardo: con una rimonta firmata PSG, che ha ribaltato l’iniziale svantaggio contro gli inglesi, confermando ancora una volta la solidità e la resilienza della squadra sotto la sua guida.
Un centesimo atto all’altezza del palcoscenico europeo, che sta continuando a essere davvero convincente nonostante la partenza del proprio giocatore simbolo durante l’estate.
“Sarà un PSG più forte senza Mbappé” aveva dichiarato prima dell’inizio della stagione. Poteva sembrare folle, ma, invece, aveva ragione lui: un dominio consistente del gioco, aiutato da un gruppo coeso e con individualità che si vanno a completare a vicenda.
Il 5 aprile, giorno in cui il Paris Saint-Germain ha conquistato la Ligue 1 con sei turni d’anticipo e da imbattuto, si è potuto comprendere ancora di più lo stile di gioco di Luis Enrique. A conti fatti è più semplice: un allenatore preciso, quasi ossessivo, ma abituato ai grandi palcoscenici.
È con questo approccio metodico e silenzioso che l’allenatore spagnolo ha ridisegnato l’identità del PSG, trasformandolo da un club appesantito da uno star system autoreferenziale in una squadra giovane, frizzante e armoniosa, tanto efficace quanto godibile.
Un collettivo costruito giorno dopo giorno, attraverso relazioni tecniche ed emotive, che ha demolito il Manchester City di Guardiola e surclassato il Liverpool di Slot, espugnando anche Anfield.
Nonostante il gioco sia sempre dalla parte dei parigini, anche nella serata di ieri è stato l’avversario a passare in vantaggio. Il solito Rogers sfrutta l’assist di Tielemans per il vantaggio dell’Aston Villa, ma da quel momento si scatena la furia del PSG.
Doue con una magia pareggia i conti, poi, in apertura di secondo tempo, un’altra magia di Kvicha Kvaratskhelia manda in vantaggio la squadra di casa. Un dominio incontrastato, con il 75% di possesso palla e 29 tiri totali, di cui 10 in porta, che hanno portato al doppio vantaggio in chiusura del recupero da parte di Nuno Mendes.
Nel post partita, con la solita lucidità e quel suo consueto approccio diretto, Luis Enrique ha analizzato la partita: “È un PSG diverso”, ha detto. E come dargli torto. Una squadra che vince il campionato ad aprile senza lasciare la minima possibilità agli avversari, rimanendo in corsa anche per la Coppa di Francia, con la finale con il Reims ancora da giocare.
Se a questo si aggiunge un percorso quasi netto in Champions League, è impossibile non riconoscere a Luis Enrique lo status di “dodicesimo uomo in campo” per il PSG: tiene unita la squadra, sia emotivamente che tatticamente, facendo sì che ognuno aiuti il suo compagno, per la gioia dei propri tifosi.
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