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Kayky, il 2003 che ha stregato il Manchester City

Diventare grande in un anno solo: il 2021 di Kayky è più o meno così. Nel giro di poche settimane ha esordito in prima squadra, segnato i suoi primi gol in carriera, debuttato in Copa Libertadores e firmato per il Manchester City. Tutta una questione di tempo per un talento che si sta mettendo in fretta alle spalle la vita da adolescente per prepararsi a quella di star del calcio.

 

 

Tutto normale al Fluminense, terreno fertile di giovani di questi ultimissimi anni. Una squadra dove si può pescare benissimo tra gli under 23, vedi i cercatissimi Matheus Martinelli e Luiz Henrique per fare degli esempi tra ragazzi più o meno della sua età. E in questa generazione di calcio carioca è proprio Kayky a emergere e a convincere il Manchester City a scommettere su di lui ancor prima di poterlo utilizzare.

 

 

Una mossa in stile Vinicius e Rodrygo al Real Madrid, che non potettero vestire la maglia blanca fino al compimento dei 18 anni secondo le normative Fifa attualmente in vigore. Così sarà per lui, maggiorenne dal prossimo giugno, ma già destinato a una carriera di livello. Lo hanno visto come un nuovo Neymar, o meglio, un “Neymar mancino”, visto che la differenza principale con O Ney è proprio il piede preferito.

Kayky dribbla, tocca il pallone e punta l’uomo sentendo di avere le potenzialità per un’esplosione come quella del suo grande predecessore. Troppo presto per dirlo, improprio fare paragoni tra uno che ha lasciato il Brasile dopo aver vinto tutto e uno che lo ha fatto ancor prima di andare fisicamente via.

Ma il talento c’è e il Fluminense sa goderselo a pieno, anche perché grazie a un’ascesa inattesa nell’ultimo Brasileirao si è qualificato ai gironi di Copa Libertadores, iniziata contro il River. È stata la notte di un “grande vecchio” come l’eterno Fred, ma anche quella del debutto di Kayky nel calcio internazionale. Qualche lampo, soprattutto all’inizio, dribbling sfrontati a testa alta, prima di venire sostituito e capire che ci saranno altre occasioni.

 

 

Vestirà la maglia del Flu fino al termine della stagione brasiliana, quella in cui diventerà maggiorenne e che si concluderà nel prossimo dicembre. A quel punto sarà grande a tutti gli effetti, pronto a mettersi in gioco come ha sempre fatto, anche quando era difficile puntare su di lui. Infatti per convincere il Fluminense non fu necessario un solo provino, ma dovettero riaffrontarlo da avversario quando era un bambino, per capire effettivamente le potenzialità di quel talento portato da papà Demir, a cui vengono dedicati tutti i gol con una singolare esultanza dei baffi.

Sei mesi per maturare definitivamente e provare ad arrivare già pronto al primo grande salto della carriera e far capire di non essere solamente una splendida illusione.

Simone Gamberini

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