Juventus: il mercato tra Champions ed equilibrio di bilancio
Archiviata la conquista del quinto scudetto consecutivo, in attesa della finale di Coppa Italia, per la Juventus è il momento di organizzare la prossima campagna trasferimenti ed allestire una squadra in grado di dare l’assalto all’obiettivo per la prossima stagione: conquistare la Champions.
Le operazioni perfezionate durante le due fasi della campagna trasferimenti hanno comportato un aumento del capitale investito pari ad € 118,5 milioni, derivante da acquisizioni (inclusa la capitalizzazione di eventuali premi legati ai risultati sportivi riconosciuti alle società cedenti su calciatori acquistati in precedenti campagne trasferimenti) per € 145,1 milioni (Dybala, Mandzukic, Zaza, Alex Sandro, Hernanes, Khedira, Pereyra, Neto, Tello, Zappa, Cerri e Mandragora).
Cessioni, invece, per € 20,2 milioni (valore contabile netto dei diritti ceduti e relativi a Tevez, Ogbonna, Vidal e Sorensen), 56,1 i milioni incassati. L’impegno finanziario netto complessivo, ripartito in quattro esercizi, è stato pari ad € 94,9 milioni inclusi gli oneri accessori. Le plusvalenze nette generate dalle cessioni ammontano ad € 33,8 milioni. A tali operazioni definitive vanno aggiunte le acquisizioni temporanee di Cuadrado (1,5 milioni), Lemina (0,5 milioni il costo del diritto di opzione) e Vadala (3,3 milioni prestito biennale) e le cessioni temporanee di Coman (7 milioni prestito biennale), Cerri (1 milione), Tello (1 milione), De Ceglie e Isla, oltre all’acquisizione per 3 milioni dei diritti di opzione relativi a Betancur, Cubas e Cristaldo.
In definitiva è facile notare come nelle due campagne trasferimenti sono stati investiti i 90 milioni di ricavi generati dalla partecipazione nella passata edizione della Champions League.
Tutte queste operazioni hanno comportato, nell’ultimo semestre, un incremento del costo del personale tesserato (stipendi e ammortamenti) pari ad euro 16,4 milioni rispetto allo stesso periodo dell’esercizio 2014/15. L’aumento è dovuto a maggiori retribuzioni riconosciute ai calciatori in organico (€ + 13,7 milioni), oltre a maggiori ammortamenti e svalutazioni (€ + 2,7 milioni). Proiettando questi dati a giugno 2016 (termine dell’esercizio 2015/16), otterremo verosimilmente un costo del personale (stipendi lordi più ammortamenti) stimato in circa € 273 milioni contro i 237 milioni dell’ultimo esercizio.
Questo significa che se da una parte l’incremento degli stipendi permette alla Juve di restare all’interno dei paletti definiti dall’articolo 62 punto 4 delle norme sul financial fair play (costo del personale inferiore al 70% del totale dei ricavi), dall’altra, per una prudenziale ed equilibrata gestione economico-finanziaria, occorre verificare che il costo del personale tesserato (stipendi lordi) più gli ammortamenti non superi il 70/75% dei ricavi (la famosa capacità di fuoco).
Pertanto, al fine di “prevedere” i margini di manovra posti in esser dai dirigenti bianconeri, cercheremo di stimare i ricavi attesi per il 2016/2017, esercizio di competenza degli effetti finanziari della prossima campagna trasferimenti.
La Juventus dovrebbe chiudere l’esercizio in corso con circa € 380 milioni di ricavi contro i 348 del precedente esercizio. Tale stima è il risultato dei maggiori introiti derivanti dal nuovo contratto Adidas, dal rinnovo Jeep (15 milioni circa), di quelli relativi alla gestione diretta delle attività di vendita e licenza di prodotti ufficiali stimati in 12 milioni circa. A tale dato occorre sommare gli incrementi relativi alla voce proventi da gestione diritti calciatori (37 milioni contro i 23,5 milioni dell’ultimo esercizio) e detrarre il dato negativo relativo ai ricavi da gare di circa 9 milioni, riguardante la mancata ripartizione dei ricavi da biglietteria della finale di Champions League ed i mancati incassi delle gare quarti e semifinale.
Per il 2016/17, le stime sui ricavi non dovrebbero discostarsi di molto rispetto al 2016, con l’unica variabile della Champions in grado di garantire maggiori introiti rispetto all’ultimo esercizio, nel caso di superamento degli ottavi di finale. Alla luce delle considerazioni e delle stime prudenziali effettuate, la Juventus non sembrerebbe avere ampi spazi di manovra in questa fase di mercato che, considerati gli enormi investimenti effettuati nella sessione estiva, richiederà una strategia volta a puntellare la rosa con pochi e mirati acquisti e a mettere in atto la capacità di “autofinanziamento” facendo leva sulle quote di ammortamento e sugli ingaggi liberati dalle cessioni.
Ad esempio la scadenza del contratto di Caceres libera in bilancio costi per circa 6 milioni di euro tra quota di ammortamento annuale (2 milioni) ed ingaggio lordo (4 milioni – dato non ufficiale). Stesso discorso può essere fatto per l’eventuale cessione di Isla che libererebbe costi di ammortamento per 3,3 milioni (oltre ad eventuale plusvalenza di 3,7 milioni in caso di riscatto a 7 milioni da parte del Marsiglia), Martinez (scadenza di contratto) 0,7 milioni. Così come da un’eventuale cessione di Hernanes, tra ammortamento (3,9 milioni) ed ingaggio (6 milioni lordi) si libererebbero costi in bilancio per circa 10 milioni annui. Il crocevia del mercato bianconero sembrerebbe essere l’esercizio da parte del Real Madrid della recompra di Morata, che se esercitata per 30 milioni porterebbe nelle casse di corso Galfer una plusvalenza di € 16,7 milioni e libererebbe costi in bilancio per 8,5 milioni circa che verrebbero utilizzati per il suo sostituto. Il mancato riscatto del prestito di Cuadrado, consentirà, ad esempio, di utilizzare il risparmio dei suoi “costi” per altri obiettivi, un nome a caso: Berardi.
Questa analisi si fonda su stime personali di alcuni dati di bilancio non ufficiali e prendendo ad esempio il costo di alcuni calciatori che non per questo sono da ritenersi sul mercato. Il fine è solo quello di aiutare i lettori a comprendere alcuni tecnicismi finanziari, per cui ad esempio, con i “leggendari” 100 milioni di Pogba non puoi rifarti una squadra senza tener conto dei costi derivanti dagli acquisti, non senza verificarne la sostenibilità in bilancio rispetto ai ricavi attesi.
Benedetto Minerva – @BennyJFinance