Juve-Consob: quello che c’è da sapere sulle verifiche sul bilancio
Cosa sono e perché la Consob ha disposto verifiche sul bilancio della Juve. Cosa rischia la società
Nella serata del 28 novembre, l’intero Consiglio di Amministrazione della Juventus si è dimesso. Un fatto che muove i primi passi dall’inchista Prisma e dalle verifiche sul bilancio richiesto dalla Consob, la commissione nazionale per le società e la Borsa.
Tra le cause delle dimissioni di Andrea Agnelli e dell’intero CdA bianconero, probabilmente, rientra anche, oltre all’inchiesta Prisma, portata avanti dalla Procura di Torino in questi anni, le verifiche della Consob sul bilancio. Ripercorriamo i punti cardine di questa vicenda.
Juve, le verifiche Consob sul bilancio
L’ufficialità delle dimissioni in blocco del Consiglio di Amministrazione della Juventus, la sera del 28 novembre, ha succeduto di circa una settimana l’annuncio del rinvio dell’assemblea degli azionisti, il secondo consecutivo. Inizialmente programmata a fine ottobre, l’assemblea era stata così spostata al 27 dicembre. Una decisione dovuta ai rilievi fatti dalla Consob, la commissione nazionale per le società e la Borsa, legati al bilancio 2021-22. Ma come si è arrivati a questo punto? Ripercorriamo assieme le tappe.
Tutto ha avuto inizio in seguito alla pubblicazione della relazione di bilancio 2020/21 da parte della Juventus, per il quale la Consob avviò una verifica ispettiva. Nello specifico, l’autorità di borsa ha chiesto al club documenti relativi alla natura, al trattamento contabile di contratti di cessione e di acquisto di diritti alle prestazioni sportive di calciatori. Due mesi dopo, oggetto di accertamento della Consob è diventata la voce “Proventi da gestione dirititi calciatori” scritta nei bilanci della società del 30 giugno 2020 e 30 giugno 2021, che vede un totale di 215 milioni di euro (172 nel 2020, 43,2 nel 2021), ricavati da plusvalenze.
Nel marzo 2022, la Guarda di Finanza ha effettuato delle perquisizioni in diversi studi legali, acquisendo ulteriore documentazione. Al centro dell’indagine, questa volta, la “manovra stipendi”, secondo la quale i giocatori della Juventus, nel corso del biennio pandemico, avrebbero rinunciato al pagamento di alcune mensilità, concordando con la società il recupero nel caso del raggiungimento di determinati obiettivi. A ottobre, la Consob ha bocciato il trattamento a bilancio della detta manovra. Secondo l’autorità, infatti, questa non trattava la rinuncia di alcune mensilità, bensì le dilazioni del pagamento degli stipendi.
Il 25 ottobre, alla conclusione delle indagini preliminari da parte della Procura di Torino, definendo 16 indagati (tra cui il presidente Andrea Agnelli, il vice Pavel Nedved e l’amministratore delegato Maurizio Arrivabene) per reati di vario titolo, e alla contestazione dell’iscrizione nei bilanci chiusi al 30 giugno 2019, 2020 e 2021 di plusvalenze per un totale di 156 milioni, derivanti da operazioni incrociate.
Arriviamo quindi al 22 novembre, quando la Juventus, su richiesta della stessa Consob ha pubblicato i bilanci, rettificati secondo le indicazioni della stessa autorità, degli esercizi chiusi nel periodo sopra indicato. Questi hanno evidenziato alcune incongruenze rispetto a quelli mostrati al mercato. Tra queste, una perdita di circa 28 milioni superiore a quella dichiarata, un patrimonio netto già negativo per 58 milioni nel giugno del 2021, rispetto a quanto dichiarato (positivo 28,8 milioni).
Cosa rischia la Juve
Al momento, è presto poter dire cosa potrebbe rischiare la società Juventus. Di per sè, le dimissioni, seppur dell’intero consiglio di amministrazione, non comportano nessuna ripercussione. Nell’eventualità dell’esistenza di scritture private, possedute dalla Procura di Torino, per la Juventus sarebbero previste multe o eventuali penalizzazioni. Ma, come detto, al momento possiamo solamente restare nel campo delle ipotesi.