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Italia-San Marino: che lavoro fanno i ragazzi che incontreranno gli azzurri

Prendere il giorno libero da lavoro per andare a giocare una partita contro l’Italia non è una cosa che capita tutti i giorni. A meno che tu non sia di San Marino.

“Possiamo sentirci tra qualche ora? Devo finire di fare qualche lavoro e studiare”, e così Alex Stimac, terzo portiere della Nazionale di San Marino, è in smart working dal suo albergo a Cagliari. Oggi scenderanno in campo per giocare l’amichevole contro l’Italia. Per loro, onorare la maglia della Repubblica contro le stelle del calcio mondiale, e poi tornare a lavorare in un ufficio o in una fabbrica è la normalità. 

I tre professionisti in squadra

E se la rosa Azzurra vale diverse centinaia di milioni di euro, quella sanmarinese può contare solamente su tre professionisti. Il primo è Elia Benedettini, che si occupa di difendere i pali. La normalità per lui è giocare a Cesena, in Serie C, ma il mese scorso ha stupito tutti con una prestazione super a Wembley contro l’Inghilterra. 

Gli altri due “pro”, invece, i gol devono segnarli: uno è Nicola Nanni, attaccante di proprietà del Crotone ma che quest’anno ha vestito la maglia del Cesena come Benedettini. L’altro è Filippo Berardi, che ha realizzato 3 gol e 3 assist in stagione con la Vibonese e che è stato l’ultimo a segnare per San Marino, lo scorso 16 novembre 2019 contro il Kazakistan.

Una questione di famiglia

Ma spesso e volentieri giocare per San Marino è anche una cosa “di famiglia”. Infatti in rosa c’è anche Simone Benedettini, che ha come principale rivale per il posto da titolare… suo cugino Elia. E chissà se questa cosa gliela farà pesare durante i pranzi domenicali. Simone, comunque, di mestiere non fa il portiere, dal momento che lavora nell’azienda di famiglia.

Così come non fa il calciatore Stimac, portiere del Virtus F.C. che a Wembley vestiva la maglia numero 10. Laureato in economia e management, il suo obiettivo è fare un master in data science e marketing analytics.

 

Dalla catena di montaggio alla catena di difesa

In difesa c’è Cristian Brolli, classe 1992. Lui, insieme a Hirsch, attaccante argentino naturalizzato sammarinese, sono impiegati da Colombini Group, nota azienda d’arredamento. Si occupano della produzione, in particolare della catena di montaggio. 

Anche Michele Cevoli, difensore centrale, lavora da Colombini come operaio. Nel frattempo si è laureato in scienze motorie, è diventato istruttore per l’attività sportiva finalizzata alla salute e al fitness e si è specializzato in biomeccanica.

Terzino sinistro in campo, studente nella vita: Andrea Grandoni, frequenta la magistrale di scienze motorie e vorrebbe continuare a restare in ambito sportivo anche in un futuro lavoro. Dante Carlos Rossi cura sempre la difesa. Classe 1987 è arrivato dall’Argentina per inseguire il suo sogno: poter giocare con la Nazionale di San Marino (QUI LA SUA STORIA).

 

A centrocampo c’è Enrico Golinucci, 25 presenze con la maglia del San Marino. Dal lunedì al venerdì però è Sales manager per la sede Xenios USA in italia. Alessandro Golinucci è impiegato d’ufficio, lavora per Morelite SpA, un’azienda di produzione di spazzole per autolavaggio.

E se l’ultimo gol è di Berardi, l’ultimo assist porta la firma di Lorenzo Lunadei, che lavora presso una concessionaria di auto a Riccione. Marcello Mularoni, invece, laureato in Economia dell’impresa, sta continuando gli studi.

Un digiuno da gol interrotto dopo 14 anni

In attacco c’è Matteo Vitaioli. Noto per aver interrotto il digiuno di gol in trasferta della Nazionale sammarinese che durava da oltre 14 anni. Segna il suo primo gol con la maglia della Nazionale l’8 settembre 2015, nella partita persa 2-1 contro la Lituania. Matteo lavora nel reparto grafica del SIT group, nota azienda della Repubblica. 

Ed infine, se qualcuno avesse bisogno di una consulenza.. ci pensa il capitano, che oggi sarà assente, il Dottor Davide Simoncini: commercialista nella vita, difensore centrale in campo.

A cura di Martina Quaranta

Martina Quaranta

Nata a Rimini il primo aprile 1996, il calcio lo scoprii da piccola, a bordo campo, guardando mio fratello. Non ho mai rincorso un pallone perché il calcio l’ho voluto raccontare fin da subito. In Radio, in televisione, online, ovunque. A 24 anni le ambizioni mi portano a Milano, dove incontro Gianluca Di Marzio. Entro così in redazione nell’aprile 2021 e racconto di calcio. E continuo.

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