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Jorginho: “Questa Italia somiglia al mio Chelsea. Barella come Kanté”

Dopo il 3-0 contro la Turchia, la Nazionale italiana si prepara alla seconda partita degli Euro2020. In diretta da Coverciano prima il quadro sugli infortunati, poi spazio a Jorginho che ha parlato così in conferenza stampa. 

“Non mi sento il leader di questa nazionale”, esordisce Jorginho in conferenza stampa, “Sono un ragazzo e un giocatore che cerca di aiutare tutti e qui, ci sono tanti giocatori con grande personalità. Da me, a Chiellini, Bonucci, Insigne, Verratti, Immobile, Donnarumma. Tutti possiamo aggiungere e aiutare. Noi rappresentiamo questa nazione. Quello che vuole il mister è nelle nostre teste”. 

Il quadro sul Girone A

L’Italia si sta preparando per la partita di mercoledì 16 giugno contro la Svizzera, facendo i conti però con i vari infortunati: “Sono tantissime partite, una dietro l’altra. Fai fatica anche ad allenarti, recuperi e giochi, recuperi e giochi. Tanti infortuni arrivano da quello”, continua il centrocampista del Chelsea.

Poi due parole sull’altra sfida del girone A, Galles-Svizzera: “Abbiamo guardato la partita e abbiamo visto un’ottima squadra che sa giocare, organizzata, con lo stesso allenatore da anni. Dobbiamo stare attenti, hanno giocatori che hanno fatto più di due competizioni o tre insieme, sono esperti”.

“Barella è come Kantè”

Jorginho, reduce dalla vittoria in Champions con il Chelsea, parla poi delle somiglianze tra i blues e gli azzurri: “E’ difficile trovare parole per descrivere l’emozione della vittoria in Champions. Devi viverlo per capirlo. Questo gruppo somiglia molto al Chelsea: è meraviglioso, hanno tanta fame, hanno tanta voglia di dimostrare, dai più esperti ai più giovani. Tutti hanno voglia di fare qualcosa di importante. Barella è come Kantè, si assomigliano come caratteristiche, corrono per tutti, coprono tanto il campo, hanno potenza fisica. Entrambi mi danno una grossa mano a centrocampo”.

“Grazie a tutti quelli che ho incontrato nel mio percorso”

Poi due parole sulla sua carriera: Il merito è di tutti quelli che ho incontrato. Di tutti gli allenatori, dalla Berretti, quando sono arrivato in Italia, poi in C2, poi Mandorlini, poi al Napoli con Benitez, poi Maurizio Sarri. Poi al Chelsea con lui. Ho sempre cercato di imparare da tutti. I miei modelli da piccoli erano Ronaldo, Ronaldinho e Kakà. Poi a 13 anni ho cambiato ruolo e ho iniziato a guardare più Pirlo e Xavi. Guardandoli giocare mi sono ispirato a loro: sono i miei modelli”.

Per concludere, Jorginho ha mandato i propri saluti ad Eriksen: “A nome di tutti noi, faccio un grande in bocca al lupo a Eriksen, alla sua famiglia. Gli dico di essere forte. Siamo al centro dello spettacolo ma il calcio va oltre a quello. Quel che è successo ieri è veramente forte. In quel momento pensavo ai compagni, ai tifosi, a sua moglie che stava lì. L’ho sentito molto”.

 

Redazione

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