Juventus, a un passo dal "triplete". Manca la coppa più importante, quella dalle grandi orecchie, obiettivo sfuggito alla prestigiosa carriera di Dino Zoff. Undici anni di Juventus per il portierone friulano, che ha vinto sei campionati in bianconero, ma non di fila. Zoff esalta l'impresa dei torinesi:
"Eccezionale, che dire. È un’impresa davvero straordinaria perché rivincere non è mai facile, figuriamoci per la sesta volta" - si legge nelle pagine di La Stampa - "Questo scudetto è di tutti: ognuno ha dato il suo contributo quando gli veniva chiesto o quando era il momento di farlo. Penso ad Alex Sandro. La sua è stata una crescita costante e progressiva: mi ha impressionato per forza ed intelligenza tattica. E, poi, il “vecchietto” Dani Alves. Non conta l’amicizia. Conta la professionalità: se ognuno è un vero professionista, si può anche non andare a cena insieme. Quello che si deve giudicare è l’atteggiamento durante gli allenamenti e le partite: se Chiellini e gli altri sono anche amici, bene. Per quello che vedo io, sono dei campioni per dedizione e abilità".
Su Buffon: "Abbiamo usato tanti aggettivi: è eterno. Pallone d'Oro? Aspettiamo di vedere che cosa accadrà a Cardiff, ma lo meriterebbe. Non ci sono dubbi. Il più forte del mondo? Se la gioca con Neuer, anche se non ho sotto mano tutto il panorama mondiale aggiornato. E comunque contano le vittorie: in questa stagione Buffon è davanti a tutti i suoi colleghi più bravi". Futuro della Juventus?"Questa squadra è stata costruita per vincere. E credo che possa continuare a farlo: sono convinto che il record di scudetti di fila verrà allungato. Senza la forza delle milanesi, il campionato perde qualcosa: non voglio dire che sia più facile vincere, ma meno complicato sì".
Grandi meritia Massimiliano Allegri: "Ha gestito il gruppo e le situazioni più delicate con grandissima saggezza. Esempio? Il caso legato all’esclusione di Bonucci alla vigilia della trasferta di Oporto, dopo la ribellione in campionato. In quel momento serviva dare una scossa ed è arrivata: così si compatta lo spogliatoio o, nel caso della Juve, si tiene unito come non mai". Andrea Agnelli, presidente decisivo:"Quando si pensa a una società vicina alla squadra il modello è quello della Juve: Andrea e tutti i suoi collaboratori interpretano il ruolo come meglio non si potrebbe. Era inimmaginabile che qualcuno potesse riscrivere la storia. C’è riuscita la squadra più forte, che è quasi perfetta: ognuno ha fatto la sua parte, ognuno si è ritagliato un pezzetto importante di questo sesto scudetto".