Poco più di un metro e settanta, tutto corsa muscoli ma anche... piedi! Sì, perché Jordan Veretout non è solo il classico mediano dai sette polmoni, uno di quelli che fa a sportellate per 90' e che all'avversario dice : "O prendo la palla o prendo la tua gamba". Il Franchi non si alza in piedi per cantare "Veretout picchia per noi", come faceva con i vari Iachini o Behrami. No, il popolo viola si esalta quando il francese ha la palla fra i piedi, pronto a far partire il destro. Ne sa qualcosa Handanovic, che alla prima di campionato ha visto un suo bolide stamparsi sul palo. Una botta di fortuna che, invece, non ha baciato il giovane Casilla, trafitto dalla distanza con il suo Real Madrid quest'estate in occasione del trofeo Bernabeu. E pensare che, probabilmente, questo ragazzotto francese a Firenze non doveva nemmeno arrivarci. Di proprietà dell'Aston Villa ma in prestito al Saint Etienne, sarebbe dovuto restare in patria un altro anno. Poi, però, Corvino ha sorpreso tutti, portando oltremanica la bellezza di sette milioni per acquistarne il cartellino a titolo definitivo. “Non ha rispettato la parola data, siamo delusi dal suo comportamento” commentava Dominique Rocheteau, il ds della squadra transalpina, che le qualità del calciatore le conosceva bene e che, probabilmente, di rinunciarci non ne aveva per niente voglia. Ma si sa, nel calcio mai dire mai. Così, in una Firenze che verrà scossa dagli addii a centrocampo di Vecino e Borja Valero, ecco Jordan, con la sua faccia vispa, giovane e sempre pronta alle battaglie, lui che è cresciuto nel mito di Zidane ma che poi ha studiato Xavi e Iniesta. Classe 1993, non un'annata qualunque per la Francia. Si tratta, infatti, della Nazionale Under 20 che solo quattro anni fa è riuscita a laurearsi campione del mondo in Turchia. In quella squadra Veretout affiancava Kondogbia e copriva le spalle ad un certo Pogba, che si preparava a diventate un fenomeno con la maglia della Juventus. E chissà che questo trio non possa riproporsi in Nazionale maggiore. Il sogno di Jordan, in fin dei conti, è quello. Lo ha messo in chiaro da subito, forse anche perché consapevole della propria forza. Sono 1508 i minuti giocati ad oggi, solo una manciata in meno rispetto a quelli di Astori, il giocatore più utilizzato da Pioli in questo avvio di stagione. Già cinque i gol (più un assist) nelle 17 occasioni in cui ha messo piede in campo, tre le reti nelle ultime tre uscite ufficiali. Numeri importanti, che fanno capire quanto il francese sia diventato imprescindibile per questa Fiorentina. Un dato reso ancora più interessante dal paragone con Vecino, suo predecessore. Pensate, infatti, che il centrocampista uruguaiano ha chiuso la sua esperienza in viola trovando la via della porta con successo per 6 volte in 85 incontri disputati. Corre forte il francese, dunque. Così tanto da raggiungere chi ha dovuto sostituire e da essere accostato a uno che in Italia fa la differenza da tempo: "Veretout come Nainggolan? Può ancora migliorare molto, ma diciamo che gli si avvicina parecchio", questo il commento di Pioli al termine della sfida in Coppa Italia contro la Sampdoria. A deciderla è stato proprio il francese che, però, a questo giro la potenza l'ha usata solo nei suoi infiniti scatti e non per mirare la porta. Ha usato la finezza Jordan, quella freddezza che lo ha portato per ben due volte sul dischetto a tu per tu con Puggioni. E per battere un rigore al novantesimo beh, devi avere anche la stoffa del campione, proprio come quel ragazzo dai capelli strani che di nome fa Radja e che di mestiere gioca nella Roma. Intanto Veretout continua a correre: c'è una Fiorentina da caricarsi sulle spalle e da portare in Europa. Mille battaglie da combattere e un sogno da conquistare, che porta dritti dritti in Russia con la maglia della Francia.
Data: 14/12/2017 -