Zenga: "Mai benvoluto alla Sampdoria. Eder e Soriano? Mi ero impegnato...
Close menu
Chiudi
Logo gdm
Logo gdm
logo
Ciao! Disabilita l'adblock per poter navigare correttamente e seguire tutte le novità di Gianluca Di Marzio
logo
Chiudi

Data: 22/02/2016 -

Zenga: "Mai benvoluto alla Sampdoria. Eder e Soriano? Mi ero impegnato affinchè restassero almeno fino a dicembre"

profile picture
profile picture

Walter Zenga si prende la scena della piazza genovese, sponda blucerchiata, rilasciando una lunga intervista in cui parla senza freni del rapporto con la società e della situazione attuale di Montella. “Augurarmi che la Samp vada in B? No, sarei un falso. Non sputo nel piatto in cui ho mangiato – esordisce a ‘Radio Anch’io Sport’ su RadioUno – ora deve giocare con Frosinone e Udinese in casa, ha il coltello dalla parte del manico”.

Riguardo il suo esonero, l’allenatore continua ad avere perplessità e punta il dito contro una cattiva comunicazione tra lui e la società: “C’è stata disinformazione: a detta di molti Montella mi ha sostituito per una crisi di risultati ma io, per richiesta della società, dovevo valorizzare i giovani e stare nella parte sinistra della classifica; mi sembrava di essere al passo con le richieste societarie”. Ora la Sampdoria si trova a soli due punti dalla retrocessione, con una media di 0.71 punti a partita nella gestione Montella a fronte degli 1.33 portati da Zenga. “Il vero problema è che non sono mai stato benvoluto a Genova, da una parte della tifoseria, fin dal primo giorno; Ferrero mi faceva vedere i messaggi dei tifosi, non mi volevano – continua un rammaricato Zenga – la gara col Vojvodina ha fatto da spartiacque: eravamo in ritiro dal 1 luglio, ma Eder è arrivato una settimana dopo e Fernando, Muriel, Soriano e Zukanovic tra il 12 e il 15. Dove ho sbagliato? Dovevo far notare questa cosa alla società e posticipare le cessioni di Okaka e Duncan, oltre alla messa fuori rosa di Mesbah”. Nessun episodio clamoroso dunque, ma “un insieme di piccole cose che danno fastidio, anche attribuire l’esonero al fatto che fossi andato a Dubai, quando era stato il presidente stesso a dirmi di andare”.

L’avventura con l’Al Shaab è finita ieri: “Ho dato le dimissioni rinunciando a 4 mesi di stipendio: se non riesci a incidere, te ne vai”. Una convivenza che non è riuscita ad andare a buon fine quella araba, così come il rapporto con Cassano: “Mi è stato detto di valorizzare i giovani e stavo mettendo in luce Pedro, Ivan, Correa e Muriel. Poi mi è stato proposto Cassano, a primo impatto dico no – prosegue Zenga – in ogni caso non è mai stato un problema, la sua gestione stava andando in modo normale e verso novembre si è visto il vero Cassano”. A proposito di giovani, Zenga ci tiene a evidenziare i suoi meriti nella gestione del calciomercato estivo: “L’ultimo giorno di mercato sono stato in hotel con Ferrero, Osti e Romei, mi sono impegnato affinché Eder e Soriano restassero almeno fino a dicembre”.

Il rapporto con Ferrero non è mai decollato: “La differenza è il suo stile di vita, gli auguro di riuscire a diventare un vero presidente di calcio con il passare degli anni”. Terminata ora un’altra avventura, Zenga può guardare al futuro: “La Samp era stato il mio punto di arrivo e tornare in Italia ora sarebbe complicato, non so chi potrebbe darmi questa possibilità. L’Inter? Mancini ha un contratto fino al 2017 e dopo si penserà a qualche altro grande allenatore”.

L’ex portiere nerazzurro non si dà per vinto ed è consapevole di avere una notevole esperienza come allenatore, frutto degli anni passati sulle panchine italiane: “Il nostro calcio è tatticamente il più difficile in assoluto – analizza Zenga – ma ormai Juve, Inter, Milan e Napoli non danno più tanti giocatori alla Nazionale. I nostri attaccanti sono Eder e Pellé, uno che italiano lo è diventato e l’altro che gioca in Inghilterra”. Le difficoltà dunque, sono palesi: “La Samp prima aveva Vierchowod, Dossena, Vialli, Mancini: ora si guarda al bilancio e si punta alla gestione delle risorse, con i parametri zero e i prestiti. Il mondo si sta spostando a Oriente”, chiosa con pessimismo Zenga.

In chiusura, una battuta sulla corsa allo scudetto: “Avrei detto Napoli un mese fa, ma in questo momento la Juve è favorita. La partita con il Bayern? Le assenze non devono essere considerate come un vantaggio, la Juve ha giocatori di straordinario carisma”.



Newsletter

Collegati alla nostra newsletter per ricevere sempre tutte le ultime novità!