"Ho ancora voglia di allenare". A 69 anni certe "voglie" non passano e Zdenek Zeman, nonostante le ultime due esperienze con Cagliari e Lugano non siano state certo positive, non ha intenzione di smettere.
"Sì, ho ancora voglia di allenare" - si legge nelle pagine di Tuttosport - "Il problema è che nel calcio è difficile trovare una società che faccia programmi seri a lungo termine, senza cambiare opinione su tutto dall’oggi al domani. Non ci vuole particolare coraggio a ingaggiare Zeman: parlano i miei risultati. Ci vuole molto più coraggio a prendere certi tecnici che non hanno mai allenato. Torino? Ci andai vicino una volta. A inizio 2010. Era il periodo dell’esonero di Beretta. Cairo volle incontrarmi. Parlammo a lungo. Ci lasciammo bene. Ma non si fece più vivo. In società era appena entrato Petrachi. E sapevo che lui spingeva già per dare il Toro a Ventura. Avevano lavorato assieme a Pisa".
In caso di approdo in granata avrebbe affrontato la Juventus, non facile dopo Calciopoli: "La verità è che io sono nato juventino, facevo 23 ore di viaggio per vedere i bianconeri allenati da mio zio Vycpalek. Anni dopo, a me non dava fastidio la Juventus, ma chi c’era in società. E una determinata gestione del potere. Cominciai a capire certe cose da allenatore del Foggia. Una delle prime volte in cui sfidai i bianconeri. Perdemmo. Non ci diedero due rigori. E loro segnarono in fuorigioco. Me la presi da morire".
Sul derby di Torino: "Spero che vinca il Toro. Già solo per il campionato. Così si riapre, diventa più interessante. Spero che lo scudetto lo vinca la migliore: una cosa che in Italia non succede spesso. Penso che anche quest’anno, alla fine, lo scudetto lo vincerà la Juve. Tiferò per una vittoria del Toro anche per il mio amico Sinisa. Mi auguro che trasmetta ai giocatori la sua voglia. Spero che Sinisa sir iveda in me! Negli anni mi ha chiesto tanti consigli. Ha voluto sempre voglia di imparare, è positivo".
Castan ha ripreso a giocare ai suoi livelli dopo l'operazione per un tumore alla testa: "Mi fa piacere per lui, sono contento che stia bene e sia tornato a essere un ottimo giocatore. Il problema mio, all’epoca, era convincerlo a condurre una vita da vero professionista. Era appena arrivato dal Brasile e come tanti brasiliani pensava che per sfondare nel calcio bastasse avere i piedi buoni. E tanta passione. Ci scontrammo, qualche volta. Mi fa piacere che sia maturato, ora".
Pjanic, ex giocatore di Zeman, ha scelto la Juventus: "Nessuno rifiuta la Juve. Penso anche a Higuain o a Nedved. La Juve è la Juve. Chi pensa di vincere più facilmente, va alla Juve. Se vuoi vincere, la Juve fa gola. Chi apprezzo dei bianconeri? Dybala. E Buffon, per il carisma". In chiusura d'intervista si parla di Belotti: "Nessuno vale 100 milioni. Comunque Belotti mi piace, diventerà un giocatore importante. Lo vidi per la prima volta anni fa nell’Under 20 di Di Biagio, in allenamento. Dissi proprio a Di Biagio, subito: quel Belotti verrà fuori, è un giocatore vero. Spero che continui così, ora".